giovedì 31 dicembre 2009

IL TONNO SOTT'OLIO



Per chiudere l'anno avevo in mente una bella ricetta complessa e deliziosa che potesse essere sintesi dell'amore e della passione che ci vogliono in cucina!
Sono stata 4 giorni a curare il mio panettone a lievitazione naturale, coinvolgendo e stressando ogni singolo membro della famiglia, ebbene... è venuto una schifezza, e l'abbiamo ribattezzato il panettone ammarzaruto (i napoletani capiranno). Così oltre all'enorme delusione di tutti per i 4 giorni sprecati, non avevo neanche più il mio post di chiusura per il 2009... per fortuna ancora una volta mi viene incontro la cucina di famiglia. Premetto che io non ho mai comprato il tonno in scatola in vita mia, lo detestavo e adesso che ho questo fatto in casa, di origine garantita (;)) ecc.. ecc.. lo adoro a tal punto che mi riesce difficile credere di aver vissuto tutta una vita senza tonno sott'olio!
I miei hanno comprato un tonno intero pescato dai pescatori alicudari quest'estate quando si trovavano sull'isola... ma questo fa parte della ricetta:

IL TONNO SOTT'OLIO:


Pescare un tonno pinne gialle dai 15 ai 20 Kg nel mare prospiciente l'isola di Alicudi (alle Eolie), sventrarlo e pulirlo in acqua di mare, caricarlo a dorso di mulo e farlo arrivare al gradino n° 365. Attrezzare sulla terrazza il banco di macelleria e provvedere al dissezionamento del tonno. Per fare il tonno sott'olio vanno utilizzate solo le parti del dorso e della coda, non quelle della pancia del pesce. Prendere le parti selezionate, spellarle, tagliarle in grossi pezzi e farle bollire per 3 ore in una pentola contenente 100 gr. di sale per litro d'acqua per Kg. di tonno. Alla fine della bollitura prendere i pezzi e lasciarli asciugare su panni di tela, coprendoli con altri panni di tela, per una giornata. Dopodichè, selezionare tutte le parti bianche e spinare, scartare le parti scure che assieme alle parti intorno alle lische andranno a costituire la cosiddetta "Muzzunaglia", una prelibatezza che si potrà usare per fare sughi, salse e altre delizie. Mettere le parti bianche del tonno a grossi tocchi nei vasetti avendo cura di riempirli per bene. Riempire i vasetti fino all'orlo con l'olio Evo autoprodotto precedentemente trasportato dai castelli romani e fatto salire a dorso di mulo per 365 scalini. Appoggiarvi sopra i coperchi senza avvitare e lasciare un'intera giornata in modo da lasciar penetrare l'olio in tutti gli spazi lasciati dal tonno. Rabboccare l'olio e chiudere i vasetti. Mettere i vasetti in un calderone pieno d'acqua ben protetti da panni e stracci in modo che non si muovano durante la bollitura e far bollire per un'ora. Tirare fuori i vasetti, capovolgerli e lasciar raffreddare. Avrete così ottenuto il MIGLIOR TONNO DEL MONDO! Il risultato è talmente buono che l'anno prossimo pescheremo un tonno di 60 Kg! ;)

Quindi con questo vi lascio per quest'anno augurando a tutti voi un 2010 felice, sereno e pieno di soddisfazioni in campo culinario e non, se poi riuscirete ad assaggiare questo tonno avrete un anno felice di sicuro ;)! Arrivederci l'anno prossimo!



lunedì 28 dicembre 2009

MARMELLATA DI CIPOLLE ROSSE, ARANCIA E ZENZERO


Dato che mi trovo dai miei, che ho iniziato con le loro ricette, tanto vale continuare in questo piccolo "tributo" alla buona cucina di casa mia... in fondo se questa mia passione è nata sicuramente in gran parte è merito della mia famiglia, dell'amore con cui fanno le cose, e di quell'indole che mi è stata trasmessa. Per cui eccomi con un'altra ricetta "dettata"! Questa marmellata è stata fatta giusto da poco e devo assicurarvi che è LA FINE DEL MONDO!!!
Accompagnateci dei bei formaggi stagionati e vedrete che non vorrete più farne a meno!

MARMELLATA DI CIPOLLE ROSSE, ARANCIA E ZENZERO:

1 Kg di cipolle rosse (quelle dell'orto... troppo superiori ;)!)
2 arance (quelle dell'albero, idem come sopra!)
800 gr. di zucchero
un pezzo di zenzero (5 cm. circa)
1 cucchiaino da caffè (piccolo) di agar agar

Affettare le cipolle, lasciarle qualche ora in infusione con lo zucchero. Far sobollire una decina di minuti il tutto. Togliere dal fuoco e con un frullatore ad immersione frullare il tutto grossolanamente. Grattuggiarvi dentro la buccia delle due arance e lo zenzero sbucciato. Aggiungere il succo delle due arance e rimettere sul fuoco per un quarto d'ora circa. Sciogliere l'agar agar in una tazzina di acqua bollente, mescolare bene e aggiungerlo alla marmellata. Far cuocere ancora qualche minuto e fare la prova del piattino (il mio papà dice di mettere il piattino in congelatore così da avere il risultato immediatamente ;)!) e invasare in barattoli di vetro precedentemente sterilizzati.
UN CONSIGLIO: Fate subito dose doppia!

domenica 27 dicembre 2009

IL TAJINE D'AGNELLO DI PAPA'



Ieri sera siamo venuti a Roma per festeggiare il nostro terzo natale con i miei genitori (cosa che si farà stasera!) e come cena abbiamo trovato questo fantastico tajine preparato dal mio papà! La ricetta quindi è opera sua che anche lui come me fa sempre un pò di testa sua (ed è un gran cuoco!) Il tajine è un piatto tipico della cucina marocchina che prende il nome dalla pentola di coccio nella quale viene cotto! La forma è pensata per facilitare la condensa dell'aria calda per cui si possono fare delle lunghe cotture senza dover mai aggiungere liquidi. Per cui alla domanda che anch'io mi sono posta spesso: "si può fare il tajine senza tajine?" la risposta è certo, ma verrà una cosa piuttosto diversa! Grazie alla lunga cottura la carne viene morbidissima e le spezie si amalgamano alla perfezione. Insomma se riuscite a trovarlo, un tajine in casa ci vuole proprio!

TAJINE D'AGNELLO DI PAPA':

1 cipolla rossa
20 olive
1 Kg di spalla d'agnello tagliata a pezzettoni
1 mela annurca grossa
1/2 sedano rapa
5 patate medie
1 manciata di uvetta
20 mandorle circa
1/2 melograno
olio EVO all'arancia
1/2 bicchiere di vino bianco
2 cucchiaini di ras el hanout
2 cucchiaini di semi di nigella
2 cucchiaini di harissa in polvere
2 cucchiaini di berberè
2 cucchiaini di sale fino

Mettere il piatto del tajine (la pentola) sul fornello con uno spargifiamma (per non rischiare di spaccare il coccio). Versarci l'olio Evo all'arancia, la cipolla affettata abbastanza fine e le olive snocciolate intere. Far soffriggere e spegnere il fuoco. Tagliare l'agnello a pezzettoni e cospargerlo con spezie e sale. Metterlo nel tajine. Sbucciare la mela, tagliarla a spicchi e aggiungerla. Quindi aggiungere sedano rapa e patate a strati a formare la piramide e spolverando ogni strato di spezie. Cospargere con l'uvetta e le mandorle tritate. Spremere il succo del melograno e unirlo al vino bianco, quindi cospragervi il tutto. Ai 4 lati sulla base del piatto mettere i 4 spicchi di 1 lime confit. Mettere il coperchio e far cuocere a fuoco medio basso per un'ora, un'ora e dieci!




venerdì 25 dicembre 2009

BUON NATALE

martedì 22 dicembre 2009

MARMELLATA DI CORBEZZOLI DEI MIEI


Eccomi finalmente!!! Grazie mille per i tanti in bocca al lupo! Leonard ha vinto, quindi siamo contenti! oggi partiamo per tornare a Firenze a passare i giorni di natale, poi il 26 si riparte per Roma... speriamo di riuscire a trovare il tempo per aggiornare questo blog!
Intanto colgo l'occasione per ringraziare le mie amiche virtuali che mi hanno fatto degli splendidi regali e con le quali è stato tanto bello fare questi scambi che ci hanno permesso di conoscerci un pò più da vicino! Quindi grazie grazie grazie a Pina che mi ha mandato tutte cosine fatte con le sue manine e che mi ha riportato un pò indietro nel tempo alle mie origini napoletane con i sapori della mia infanzia! E poi a Barbara che ha fatto la gioia dei miei bambini, e si sa, non c'è niente di più bello che veder i propri figli contenti! Ed infine a Gaia, con la quale ci conosciamo anche di persona, e che mi ha regalato dei bei pomeriggi coccolosi nonostante questo incredibile freddo! Tra di noi c'è sempre qualche strana coincidenza o qui pro quo... ma ci divertiamo un sacco vero?
Insomma a voi nuove amiche, un augurio di buone feste speciale!!!
Ora vi lascio la ricetta e scappo, sperando di tornare il prima possibile!

MARMELLATA DI CORBEZZOLI:

1 Kg. di corbezzoli pesati già puliti
500 gr. di zucchero

Pulire e lavare bene i corbezzoli (non sbucciati). Lasciarli qualche ora a macerare con lo zucchero. Mettere sul fuoco e far bollire una decina di minuti. Togliere dal fuoco e ridurre a purea con un frullatore ad immersione. Rimettere sul fuoco e far sobollire per una mezz'oretta. Fare la prova del piattino per controllare la densità della marmellata! Invasare ancora calda in dei barattoli di vetro precedentemente sterilizzati.
E' ottima sia come marmellata che da mettere su formaggi belli stagionati!

mercoledì 16 dicembre 2009

IN BOCCA AL LUPO E TAMAGOYAKI



Si parte, ultimo post prima del giorno X (venerdì Leonard combatte!) per cui colgo l'occasione intanto per un IN BOCCA AL LUPO AMORE MIO! E rispondo in anticipo a tutti coloro che faranno altrettanto: "Crepi il lupo!" che altrimenti poi mi scordo di rispondere a qualcuno e porta sfiga!!!
Tornando a noi, non mi vedrete per un pò, ma poco poco non temete, sicuramente niente fino a sabato, poi si vedrà, che come sapete io sono una ragazza mooooooooooolto disorganizzata!!! Non vedo l'ora di avere la mente e il cuore liberi dall'ansia e dalla tensione per diventare anch'io un pò natalizia, cioè qua al natale non ci si è ancora pensato lontanamente, niente albero, nè decorazioni, nè progetti per la cena... non sappiamo neanche ancora bene dove siamo quando ;) Vabbè, se c'è una cosa che mi hanno insegnato i figli è che ciò che conta è fare le cose con gioia, quindi anche se sicuramente quest'anno non sarà tutto perfetto, sicuramente sarà un bel periodo da passare con coloro che amo, e tanto basta per farmi felice!
A prestissimo e perchè sono buona vi lascio con un'idea carina per antipasti o aperitivi in questi giorni di festa... ma solo se avete moooolto tempo. Io le ho fatte per il compleanno di Leonard e mi hanno impegnato almeno un paio d'ore! Devo anche dire che sono giapponesi essenzialmente nella forma, per quanto riguarda gli ingredienti l'ho italianizzati un pò. Però sono davvero buone e soprattutto ci fate la vostra porca figura!!!

TAMAGOYAKI A MODO MIO:


6 uova
3 cucchiai di brodo di verdure
1 cucchiaio di salsa di soia
1/2 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di sale
olio Evo per ungere la padella
alga noori

Unire lo zucchero e il sale al brodo ancora tiepido. Sbattere le uova e versarvi il brodo raffreddato e la salsa di soia ottenendo così un composto piuttosto liquido. Ungere una padella e versare un sesto circa del composto (dipende dalla padella, dev'essere comunque una frittatina molto molto sottile). Quando la frittatina è pronta arrotolarla e lasciarla al bordo della padella. Versare quindi un'altro sesto del composto alzando la frittatina arrotolata per farlo scorrere anche un pò sotto. Quindi arrotolare il rotolo di prima nella frittatina nuova.... e così via fino ad esaurimento ingredienti e fino ad aver ottenuto un rotolo bello cicciotto. a questo punto lasciatelo raffreddare un pò, compattatelo e dategli la forma che volete con le mani, quindi tagliatelo a fette spesse circa 1,5 cm. Tagliate l'alga noori tostata a striscioline e avvolgete una strisciolina intorno a ciascuna frittatina, bagnandola leggermente (se ce l'avete con un pennello da cucina) ad una estremità per farla attaccare.
Il successo è garantito... con queste dosi non ne vengono tantissime, quindi se avete tanti ospiti raddoppiate le dosi e armatevi di santa pazienza (o cambiate antipasto ;)!)


lunedì 14 dicembre 2009

PANE INTEGRALE A LIEVITAZIONE NATURALE

Intanto vi informo che la mia macchinetta fotografica è andata in vacanza... ebbene sì, ha deciso di seguire la zia in kenya perchè in fondo è l'unica che riesce a fare le foto sott'acqua, così fino al 24 mi barcamenerò tra cose già fotografate, un Iphone e una vecchia macchinetta un pò così! Poi ditemi che non sono una brava cognata... insomma quale foodblogger manderebbe la sua macchinetta in vacanza complicandosi incredibilmente la vita? (A proposito ho fatto la mia prima pasta sfoglia... non potete capire la soddisfazione... e tra le decine e decine di foto passo passo che avevo fatto, ne è venuta 1 a fuoco, giuro 1 e basta.... che rabbia!!!) L'unica mia speranza è che torni dal kenya rilassata e rinvigorita comportandosi come una reflex ;)
Vabbè, passiamo al pane, come sempre non l'ho fatto io, ma Leonard, ma mi sto un pò impegnando a capire questo mondo!

PANE INTEGRALE A LIEVITAZIONE NATURALE:

300 gr. pasta madre
200 gr. di farina integrle
700 gr. di farina 0
1 cucchiaio di miele
3 cucchiaini di sale
1 cucchiaio d'olio EVO
acqua tiepida q.b. (indicativamente circa la metà della farina!)

Sciogliere la pasta madre in un pò di acqua tiepida e aggiungere il miele. Versare le farine sulla spianatoia con il sale e l'olio, versare al centro la pasta madre e impastare. Aggiungere acqua tiepida fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo che non appiccichi. Lavorare a lungo, almeno un quarto d'ora. Quindi formare una palla, mettere in una ciotola, coprirla con uno straccio umido e lasciar lievitare per circa 3 ore. Riprendere la palla, e reimpastare velocemente. Fare le pieghe (stendere l'impasto a rettangolo, piegare dal lato più corto verso il centro, ripetere con l'altro estremo in modo da formare un pacchetto) e far lievitare ancora un'ora. A questo punto fare le forme (noi abbiamo fatto due filoni), metterli su una teglia coperta di carta da forno e far lievitare altre 3 ore. Cuocere a 180°C per 50 minuti.
Vi consiglio un video sulle varie fasi di lavorazione, davvero carino e con splendida musica! QUI!

venerdì 11 dicembre 2009

I CANTUCCI


Ed eccoci al mio primo esperimento sui cantucci... come tante altre cose pensavo fossero difficili da fare e invece... un gioco da ragazzi! E sono proprio loro!!! Dato che la settimana prossima Leonard combatte, in casa nostra siamo a dieta stretta per cui questi non me li sono neanche potuti godere tanto, li ho regalati, portati a pranzi di famiglia, e addirittura al laboratorio di natale dell'asilo di Andrè (che glie tocca fà a una povera mamma!)
La ricetta da cui sono partita è quella di Stefano Spilli, ho apportato qualche modifica... sono perfetti ma per me un filino troppo dolci... Dice che a diminuire lo zucchero, ne risentirà la croccantezza, ma se qualcuno di voi conosce una ricetta testata con un pò meno zucchero, sarò felicissima di provarla!

I CANTUCCI:


450 gr. di farina
350 gr. di zucchero (ve l'ho detto che sono dolci!)
2 uova intere
3 tuorli
1 cucchiaino di lievito per dolci
20 gr. ca. di olio evo
1 pizzico di sale
la scorza grattugiata di un limone bio
200 gr. di mandorle (in realtà io ne avevo un pò meno e poi ci ho aggiunto qualche nocciola che mi avanzava, ma insomma i cantucci è meglio farli con le sole mandorle!)

Tostare le mandorle in forno per qualche minuto. Montare con la frusta le uova, i tuorli e lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e schiumoso. Aggiungere un pizzico di sale e la
scorza di limone grattugiata. Unire la farina con il lievito e aggiungerla a poco a poco al composto a base di uova continuando sempre a lavorare con la frusta fino ad aver esaurito la farina. Unire le mani e formare tre salami alti circa 1,5 cm. e larghi 3 cm. Metterli su una teglia rivestita di carta da forno e procedere con la prima cottura a 180°C per circa mezz'ora. Se dovessero cominciare a dorare troppo in superficie come stava succedendo a me, copriteli con un foglio di alluminio. Sfornate e lasciate raffreddare un pò. Con un coltello affilato tagliate i cantucci, tagliando i rotoli a fette un pò di sbieco. Mettete i cantucci sulla teglia dal lato del taglio e fate tostare in forno a 100°C per 10 min. per parte!

giovedì 10 dicembre 2009

TERRA MADRE DAY


Oggi è giustappunto il terra madre day! Il nome fa schifo, almeno secondo me, ma i concetti sono fondamentali e purtroppo assolutamente poco diffusi nel pensare collettivo. Così ho deciso di dedicare un post un pò diverso dal solito a quello che significa comprare, consumare, e vivere in maniera da contribuire quantomeno a non rendere questo mondo peggiore di quello che già è!
Come accennato in qualche post precedente, diciamo che ho passato la mia adolescenza a cercare di trovare qualche illuminante soluzione per cambiare il mondo, con un pò di ingenuità, a volte con rabbia, altre con passione e sono giunta alla conclusione che forse l'unica cosa che si può fare è vivere il proprio quotidiano in maniera il più etica possibile. Certo, mi rendo conto che spesso non sia facile non lasciarsi imbrigliare dal sistema di cose, ma in fondo ciò che ci caratterizza in quanto esseri umani è la capacità e la possibilità di scegliere... e allora scegliamo, nel nostro piccolo ciò che fa bene a noi, ai nostri figli, al resto del mondo e al nostro futuro, all'inizio sembra una battaglia persa in partenza, ma in fondo basta iniziare e diventa semplicemente un modus vivendi.
"Siamo ciò che mangiamo", non so se sia proprio così, ma di sicuro il cibo è fonte di vita, o di morte in molti casi, per cui non c'è forse niente di più basilare da cui partire per cambiare le cose. Viviamo in un epoca un pò triste dal punto di vista degli ideali, per lo più si pensa che come singolo non abbiamo voce in capitolo, che non siamo noi a fare la differenza, ma in fondo il mondo è fatto di uomini quindi se non si parte da noi, da cosa? E tra l'altro, è una sfida forse ancora più interessante, che dobbiamo necessariamente vincere il più presto possibile, perchè la nostra terra non ne può più! Quindi non abbiamo scelta!!!
se volete ulteriori informazioni riguardo all'iniziativa, potete iniziare da qui, non voglio annoiarvi e non mi ritengo neanche in grado di spiegare tutto. L'unica cosa che posso fare è lanciare un appello a voi che mi leggete! Il sistema economico potrà cambiare solo se cambierà la richiesta, e la richiesta siamo noi, ognuno di noi, e la nostra espressione è il comprare (purtroppo), quindi compriamo solo ciò che siamo in grado di appoggiare ideologicamente!

mercoledì 9 dicembre 2009

DELIZIE ORIENTALI



Quando ho visto questi, sono rimasta assolutamente affascinata, dal nome, dalla storia, dalla ricetta, e dall'aspetto! Da quel giorno non mi sono usciti più dalla testa e ieri finalmente sono usciti in carne ed ossa dal mio forno. Il sogno è divenuto realtà e non posso che consigliarvi di includerli assolutamente nei vostri biscottamenti natalizi!
Rispetto alla ricetta originale ho cambiato un pò di cose, in parte per preferenze, in parte per necessità. Così il burro è un pò di meno, il miele un pò di più e al posto di datteri e pinoli ci sono fichi secchi e nocciole... Comunque potete adattare come meglio credete. Sono una garanzia!!!

DELIZIE ORIENTALI:

180 gr. di burro (era tutto ciò che avevo ;)!)
250 gr. di farina
1 cucchiaio e mezzo di miele
100 gr. di zucchero
60 gr. di nocciole spezzettate al coltello
100 gr. di fichi secchi sminuzzati grossolanamente
1 albume
40 gr. di cacao amaro in polvere
1 pizzico di sale

Lavorare il burro morbido con una forchetta fino ad ottenere una crema liscia (beati voi che avete la planetaria ;)!) Incorporare lo zucchero e continuare a lavorare, quindi un pizzico di sale e il miele, l'albume ed il cacao, sempre un ingrediente alla volta mantenendo sempre il composto liscio ed omogeneo! Aggiungere la farina e rovesciare l'impasto sulla spianatoia, lavorare velocemente e incorporare le nocciole e i fichi. Formare due rotoli di circa 4 cm. avvolgerli con una pellicola e riporli in frigo per 2 ore. Dopodichè tagliare dei biscotti di circa 1,5 cm. con un coltello ben affilato e disporli su una teglia rivestita di carta da forno. Cuocere a 180°C per 10/12 min. Farli raffreddare su una griglia. Dicono che si mantengano anche per una settimana in una scatola di latta. Io li ho fatti ieri e oggi son deliziosi... poi vi saprò dire, ma non penso che resisteranno tutto sto tempo;)!

martedì 8 dicembre 2009

BISCOTTI SALATI AL CAPRINO

Oggi è festa, quindi vi lascio un post veloce, per poi dedicarmi a bimbi e biscotti ;)! Evviva!!! la ricetta di questi biscottini l'ho presa qui, e devo dire che sono buonissimi, ma mi raccomando, non fate come me, mangiateli il giorno stesso, che il giorno dopo hanno già perso qualcosa, e dopo due giorni, quasi tutto, anche se debitamente conservati!

BISCOTTI SALATI AL CAPRINO:

150 gr. di caprino fresco ma sodo (io ho preso quello che vendono alla coop)
1 tuorlo
60 gr. di burro
150 gr. di farina (a me è bastata, ma forse avrete bisogno di qualcosina in più)
1 cucchiaino di timo secco
sale nero delle hawaii q.b.

Lavorare il caprino con il tuorlo, il timo ed il burro fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare la farina sulla spianatoia e mettere al centro il composto a base di caprino, lavorare quindi con le mani fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Se ce n'è bisogno aggiustate con qualche manciata di farina. Avvolgere l'impasto in una pellicola e lasciare in frigo per almeno 1 ora. Quindi stendere l'impasto a 1 cm. ca. e ritagliare i vostri biscotti della forma che preferite. Cospargere ciascun biscotto con un pò di sale nero e infornare su una teglia rivestita di carta da forno a 180°C per 15 min. ca.

sabato 5 dicembre 2009

FOCACCIA LOCATELLI


Tadan!!! Ecco la famosissima focaccia di Locatelli... E' buona? Di più, deliziosa... però... certo che è buona, contiene la quantità d'olio che una famiglia normale consumerebbe in una settimana! ;)
Mi ricordo quand'ero giovane (ok scherzo... più giovane!) e vivevo a Roma, con il mio allora fidanzato avevamo scovato una pizzeria in Piazza Vittorio, dove facevano la pizza più unta del mondo, praticamente fritta in forno, una goduria e ogni volta che andavamo a qualche manifestazione (che di solito partivano sempre da piazza esedra... quindi!), era tappa fissa.... Visto poi che nella mia vita adolescenziale non me ne sono persa una di manifestazione sia in sede che in trasferta, capirete che sta pizzeria con noi c'ha fatto i veri soldi! ;)
Ora io non oserei mai paragonare la pizza del Locatelli con quella della pizzeria zozzona, cioè l'idea della salamoia è bellissima, la crosticina fuori è croccante e salina, la mollica all'interno morbidissima, una genialità... era solo per dire che cose così non possono non essere buone, e anche che secondo me la salamoia si può tranquillamente ridurre alla metà se si vuole mangiare sta focaccia più di una volta l'anno senza diventare una bomba! Proverò e vi saprò dire. Intanto ecco la ricetta fantastica original one:

FOCACCIA LOCATELLI:

PER L'IMPASTO:
500 gr. di farina 0 (la ricetta originale dice 250 manitoba e 250 di farina00)
15 gr. di lievito di birra
225 gr. di acqua a 20°C
2 cucchiai di olio EVO
10 gr. di sale

PER LA SALAMOIA:
65 gr. d'acqua a 20°C
65 gr. di olio EVO
25 gr. di sale

In una ciotola mescolare farina e sale, versare al centro l'olio e il lievito precedentemente sciolto nell'acqua, mescolare con un cucchiaio e ungere la superficie dell'impasto (ebbene sì, non s'impasta niente). Lasciar lievitare 10 minuti coprendo la ciotola con un cencio. Ungere una teglia e versarci l'impasto sopra, ricoprire e lasciar lievitare altri 10 min. Dopodichè stendere la focaccia col mattarello molto delicatamente senza premere troppo, e lasciar lievitare altri 20 min. A questo punto con i polpastrelli fare tanti buchini sulla focaccia e versarvi sopra la salamoia che avrete preparato emulsionando bene insieme tutti gli ingredienti con una forchetta. Lasciar lievitare altri 20 min. e infornare per una mezz'ora a 200°C

venerdì 4 dicembre 2009

N° 5: PATATE DOLCI


Eccoci allora a continuare con un pò di ingredienti del giochino... Queste lo so che le conoscete tutti, ho visto anche un sacco di utilizzi interessanti sui vostri blog, però magari non sapevate che esistono diversi tipi di patata dolce: Quella americana che è la più comunemente utilizzata ed è quella arancione nella foto, ha lo stesso color anche dentro ed è molto dolce davvero. Poi ci sono quelle giapponesi (quella violetta nella foto) che hanno la buccia viola mentre dentro sono bianchissime e sembrano un pò rape, a me sembrano un pò meno dolci... ed infine quelle violette che nella foto non ci sono ma sono viola intenso sia fuori che dentro.
Le patate dolci si utilizzano in tutti i modi in cui si utilizzerebbero quelle normali, io le ho fatte arrosto, fritte, bollite, e infine ci ho fatto questi scones, anzi li ho fatti 2 volte perchè la prima mi si è riscassato il forno durante la cottura (per cui sono venuti dei biscotti, duri e bassi... buoni però davvero!) E' bello quando i tecnici sono competenti vero? La mattina il tecnico in questione è arrivato a casa annunciandoci che il nostro forno non aveva proprio un bel niente, così il pomeriggio tutta contenta faccio pane, biscotti, questi scones ed inizio a infornare... peccato che dopo 20 minuti salta la corrente a tutto il palazzo ;)
Comunque annunciazione: Ora ho un forno!!!! Lo so che pensavate che avessimo già risolto il problema da un pò, invece tutte le preparazioni da forno che avete visto fin qui da quando ho aperto questo blog, sono state cotte in forni altrui... questi sono i primi fatti veramente in casa (MIA!!!) La ricetta l'ho trovata in giro per il web e ci ho messo un pò ad arrivare all'ideatrice: Mariluna. Ho cambiato un pò di cose a seconda di quello che avevo, ma soprattutto in entrambe le volte mi è servita circa il doppio della farina da lei indicata per raggiungere un impasto maneggiabile: da che dipenderà? Dalle patate? Dall'uovo?

SCONES AL GHEE CON PATATE DOLCI E ZENZERO:



1 uovo
2 cucchiai di zucchero
60 gr. di ghee (non avevo il burro, altrimenti mettete pure 80 gr. di burro)
125 gr. di patate dolci in purea (la prima volta erano quelle americane e i biscotti erano di un bell'arancione, questa volta ho usato quelle giapponesi, un pò meno dolci, forse anche migliori di sapore, ma li rifarei mille volte arancioni solo per il colore ;)!)
farina q.b. (purtroppo non l'ho misurata, la versione originale dice 250 gr. ma io ne avrò usati almeno 400, comunque basta aggiungerne finchè non otterrete l'impasto desiderato)
un pezzo di zenzero grattugiato (3 cm. ca.)
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di lievito per dolci

Lavorare lo zucchero con il burro (o il ghee). Aggiungere l'uovo e continuare a lavorare fino ad ottenere un composto schiumoso. Aggiungere la purea di patate dolci e lo zenzero grattugiato. In una ciotola mescolare la farina con la cannella, il sale e il lievito ed aggiungerla lentamente al composto di patate dolci. Quando ha una consistenza lavorabile, mettere l'impasto sulla spianatoia e continuare a lavorarlo. Stenderlo a circa 2 cm. e ritagliare i vostri scones con un coppapasta. Infornare a 180° per 20 min. ca.




mercoledì 2 dicembre 2009

BISCOTTI ALLO ZIBIBBO


La ricetta originale sarebbe quella dei biscotti al vinsanto di Viola Mazzucco, presa dalla sezione picnic dei lettori del libro del cavolo, solo che io detesto il vinsanto che non è mai comparso in casa mia mentre adoro passiti, malvasie e zibbibbo, e in un modo o nell'altro non mancano mai. Per cui ho riadattato i biscottini toscani in versione siciliana, sostituendo lo zibibbo al vin santo e i pistacchi ai pinoli!

BISCOTTI ALLO ZIBIBBO:

250 gr. di farina 00
100 gr. di zucchero
100 ml. d'olio EVO
100 ml. di zibibbo
50 gr. di pistacchi
70 gr. di uvetta

In una ciotola unire farina e zucchero, quindi incorporare l'olio, quindi lo zibibbo ed infine l'uvetta precedentemente fatta rinvenire in acqua e i pistacchi spezzettati con un coltello. Formare dei biscotti con le mani di circa 3 cm. di diametro e adagiarli su una teglia coperta di carta da forno. Infornare a 180°C per circa mezz'ora o finchè non iniziano a dorare.

Sono dei biscotti davvero sorprendenti, croccanti fuori e morbidi dentro, che migliorano di giorno in giorno. davvero consigliati, fanno sempre il loro figurone... mi sà che compariranno anche tra i miei dolcetti natalizi!

lunedì 30 novembre 2009

GHEE



Ieri nei commenti milla mi chiedeva come fare il ghee in casa, e dato che oggi è anche l'ultimo giorno utile per partecipare al contest di Sandra e delle fattorie fiandino, non potevo non dedicargli un post! In realtà avrei voluto farci la pasta sfoglia e partecipare con quella, ma, si sa, il casino di quelli che fanno tutto all'ultimo momento, è che arriva puntualmente qualcosa a rovinare i loro piani... così oggi tra asili, pediatri, varie ed eventuali, sarà alquanto difficile riuscire a trovare il tempo anche per la sfoglia!


Il ghee è burro chiarificato e viene utilizzato prevalentemente nella cucina indiana ( ad esempio per fare il chapati ;)), è più grasso del burro normale (al contrario di quello che si legge spesso in giro sul web) in quanto durante la preparazione dal burro vengono eliminate le proteine ed il lattosio (per cui può essere utilizzato anche da chi è intollerante al lattosio) lasciando solo la parte grassa. Nonostante questo è un tipo di grasso più "sano", perchè molti degli acidi grassi saturi che contiene sono a catena corta e quindi vengono utilizzati immediatamente dal nostro corpo a scopi energetici e non vengono immagazzinati. E' quindi di facile assorbimento e digeribilità , più di qualsiasi altro tipo di grasso utilizzato in cucina.
Essendo più grasso del burro di solito nelle preparazione se ne utilizza la metà rispetto al quantitativo di burro indicato, inoltre si conserva anche fuori dal frigo fino a tre mesi, quindi se avete intensione di farlo, abbondate pure!). E' particolarmente indicato per friggere perchè ha un punto di fumo molto elevato, per cui non brucia facilmente come l'olio o il burro.
Il ghee è tenuto molto in considerazione dalla medicina Ayurvedica che lo utilizza sia nella preparazione di cibi che di medicine. Esistono diversi tipi di preparazioni nel mondo che assomigliano a quella del ghee, ad esempio lo Smen marocchino, burro di capra o pecora aromatizzato e poi fatto bollire per purificarlo, o il beurre noisette francese.

COME FARE IL GHEE:

Ovviamente per una preparazione come questa è indispensabile che il burro di partenza sia di ottima qualità, migliore sarà il burro, migliore il vostro ghee, quindi dato che a quanto pare il burro 1889 delle fattorie fiandino è al top, sarebbe bello provare con quello! (Io non l'ho assaggiato ma ne hanno parlato in così tanti che sono curiosa!)

Prendere il burro (io ne ho usati i 300 gr. che avevo) e metterlo in un pentolino a bagnomaria. Accendere il fuoco bassissimo (l'acqua nella pentola non deve mai bollire). Farlo cuocere per un'ora e mezza circa. In realtà non c'è modo di sapere esattamente quando tutta l'acqua è evaporata, ma tradizionalmente si fa così quindi fidiamoci della tradizione ;)! Quello che accadrà è che l'acqua evaporerà, in superficie comparirà una schiumetta che dovrete eliminare con una schiumarola, e sul fondo si creerà una sorta di crosticina dorata (trattasi della caseina affondata!). Dopo aver fatto cuocere il burro per il tempo necessario, dovrete filtrarlo. Io ho messo una garza in un colino a maglia fine e l'ho filtrato 2 volte per far sì che fosse completamente limpido.
Questo è come appare dopo averlo filtrato una volta, quella posa in basso si elimina con il secondo filtraggio.



A questo punto fatelo rapprendere ed usate a vostro piacimento! Il sapore è diverso da quello del burro, più noccioloso, particolare, decisamente buono!
Eccolo qui:

sabato 28 novembre 2009

CHAPATI... LA MIA SALVEZZA!

Vi capita mai di aver preparato una bella cena, curando tutti i particolari per poi rendervi conto al momento di apparecchiare, quando sicuramente tutti i negozi hanno chiuso, di esservi scordati il pane? Beh a me almeno una volta a settimana!!! Invece di andare nel panico fate come me... un paio di chapati al volo, tanto scelte non ce n'è, i negozi sono chiusi, mettersi a fare il pane è assurdo perchè tanto non avrà mai il tempo di lievitare, quindi non vi resta che questo... velocissimo, niente lievitazione ed è molto più buono di quello che si pensi!
Il chapati è il pane forse più mangiato in India e nel sud dell'Asia. Qui per cuocerlo si usa il ghee (burro chiarificato) che in teoria si può anche fare in casa, ma noi stiamo cercando di semplificarci la vita no? Quindi vada per l'olio (o il burro!)

CHAPATI:

300 gr. farina integrale (se ce l'avete, altrimenti va benissimo quella normale)
acqua tiepida q.b.
2 cucchiaini di sale

Creare un impasto liscio e omogeneo come quello del pane, dividetelo in palline di pari peso e stendete ciascuna molto sottile delle dimensioni della padella che andrete ad utilizzare. Ungete la vostra padella con un filo d'olio o un pò di burro (ripetete per ogni chapati) e cuocete i vostri dischetti di pane per circa un minuto per lato. Volendo potete condirli in superficie con sali aromatizzati o erbette a piacere o mangiarvelo così, caldo e croccantello!

venerdì 27 novembre 2009

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "IN TENSIONE, la storia di Leonard Bundu"

Solo qualche fotina al volo della presentazione ufficiale al pubblico del libro di Leonard alla Feltrinelli!


giovedì 26 novembre 2009

QUATRE QUARTS ALLE PERE E FAVE TONKA


Post al volo, giusto per non abbandonarvi per troppo tempo. Ieri c'è stata la presentazione ufficiale del libro di Leonard alla Feltrinelli, è stato un successone, bella atmosfera, interventi interessanti e un sacco di gente, di autografi e di copie firmate... e alla fine la fiaschetteria dove siamo andati a brindare c'ha regalato anche una bottiglia di Brunello... meglio di così non poteva andare ;) Domani si continua, con la seconda presentazione, o piuttosto un aperitivo per conoscere anche l'uomo oltre lo sportivo, per cui siamo super indaffaratissimi, come potete immaginare.
Questo è stato il dolce che ho fatto per la colazione il giorno del compleanno di Leonard la scorsa settimana... Finalmente anch'io posto qualcosa con queste fave tonka... una rivelazione. Da quando mia mamma me le ha portate dall'Austria (grazie mamma!!!) sono subito diventate tra le mie spezie preferite... hanno un odore divino che ogni volta che apro la credenza, mi fan venire voglia di usarle! Per questa scoperta devo davvero ringraziare anche il mondo dei foodblogger, che senza di voi chissà quanto ci avrei messo a scoprirle! Mariù, avevi ragione tu... sono superlative!

QUATRE QUARTS ALLE PERE E FAVE TONKA:

Pesare 3 uova col guscio
lo stesso peso in zucchero
lo stesso peso in farina
lo stesso peso in burro
1 fava tonka
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 pere

Sbattere i tuorli con lo zucchero. Aggiungere la farina mescolata al lievito ed infine il burro fuso. Incorporare delicatamente i tre albumi montati a neve. Grattuggiare finemente la fava tonka nell'impasto e mescolare. Versare l'impasto in uno stampo foderato con carta da forno (bagnata e strizzata) e disporvi sopra le fettine di pera. Cuocere in forno preriscaldato a 150° per 45 min. ca.

martedì 24 novembre 2009

N° 8: CASSAVA O MANIOCA

Eccoci con un'altro degli ingredienti del giochino ( a proposito, l'ho aggiornato!) In africa è chiamata cassava, in sud america manioca. E' una pianta che ha un radice a tubero commestibile, si può utilizzare sia bollita, che sotto forma di farina, che come fecola (chiamata tapioca). La cassava è una delle principali colture per la sicurezza alimentare mondiale. Ricchissima di carboidrati, è incredibilmente adattabile, tollera lunghi periodi di siccità ed ha un potenziale produttivo tra i più alti, inferiore solo alla canna da zucchero. Purtroppo rimane una delle principali colture orfane (che ricevono scarsa attenzione dal mondo scientifico), nonostante possa dare un contributo fondamentale alla riduzione della fame e della povertà nel mondo.
Dato che in questo blog si parla di cibo, ogni tanto è anche giusto ricordarsi del suo valore primario, ossia quello di sfamare no?
tra i tanti vantaggi la farina di manioca può essere utilizzata dai celiaci.
Io personalmente ho un rapporto abbastanza ravvicinato con questo tubero, un pò per l'origine africana di mio marito ( loro le mangiano principalmente bollite con burro e sale, o sotto forma di farina in una preparazione chiamata fufu... prima o poi vi posterò la ricetta!) Un pò per il mio grande amore per i libri di Jorge Amado che mi hanno accompagnato, e insegnato qualcosa della splendida e affascinante cucina di Bahia e dei suoi manicaretti, tantissimi dei quali a base di manioca. A proposito, sua figlia ha scritto anche un libro di ricette con la sua collaborazione, pieno di racconti, davvero intrigante che ovviamente al momento non trovo (chissà a chi l'avrò prestato?!), però ve lo consiglio vivamente!

CONSIGLI PER L'USO:
La cassava (o manioca) assomiglia molto alle patate anche se ha un gusto più dolce e particolare e un odore meraviglioso e inconfondibile, quindi si può mangiare bollita, o al forno, o farci le chips. In sudamerica le vendono anche industriali e sono decisamente buone!

RICETTE:
Ieri abbiamo fatto indigestione di cassava (da ora in poi la chiamo così ok? Tanto avrete capito che è la stessa cosa ;)!)... già che c'ero ho deciso che bisognava consumarla tutta quindi pranzo, merenda e pure nel pane :)

GNOCCHI DI CASSAVA:


500 gr. di cassava bollita e schiacciata
1 tuorlo
100 gr. di farina ca. (sinceramente non l'ho misurata, sono andata a occhio, ma non ne ho utilizzata tanta.)

Pelare la cassava con un pelapatate o incidendo la buccia con un coltello anche a mano. Sciacquarla, tagliarla a pezzi e bollirla (a proposito, non vi fate venire in mente di assaggiarla cruda che contiene delle sostanze tossiche!).
Schiacciarla con una forchetta mentre è ancora calda ed eliminare la parte dura contenuta al centro del tubero. Quindi incorporare l'uovo ed aggiungere farina finchè l'impasto non sia simile a quello degli gnocchi di patate, morbido ma non colloso. Fare dei salsicciotti di circa tre cm e tagliare gli gnocchi. farli rotolare sul retro di una forchetta per ottenere la classica decorazione degli gnocchi. Quindi bollirli finchè non tornano in superficie e condire a piacere. Sono buonissimi, per me meglio di quelli di patate!

PANE CON PASTA MADRE ALLA CASSAVA:
L'ha fatto Leonard s'intende, quindi questa è la sua ricetta:



200 gr. di cassava bollita e schiacciata
200 gr. di pasta madre
400 gr. circa di farina0
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di olio EVO
acqua tiepida q.b.

Versare la farina sulla spianatoia con lo zucchero, il sale e l'olio, quindi incorporare la pasta madre (rinfrescata) e la cassava, aggiungendo acqua tiepida fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formare una palla, metterla in una ciotola coperta con un cencio umido e lasciar lievitare per 3 ore. Rimpastare e fare la forma desiderata. Lasciar lievitare per altre 3 ore. Quindi infornare a 200°C per circa 50 minuti. Viene un pane buonissimo, sofficissimo, insomma da provare!

TORTINI CASSAVA E COCCO:

Questi sono la mia personalissima gloria, ne sono talmente fiera che non potete immaginare... insomma li ho inventati io e sono deliziosi, sofficissimi, una goduria!


21o gr. di cassava bollita e ridotta in purea (era quella rimasta dopo le altre preparazioni)
150 gr. di farina
100 gr. di farina di cocco
100 gr. di zucchero
2 cucchiaini di lievito per dolci
2 uova
125 gr. di burro
220 gr. di latte di cocco

Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere il burro fuso e continuare a lavorare, quindi incorporare il latte di cocco. Aggiungere la purea di cassava e sbattere con delle fruste finchè non sarà perfettamente incorporata. In una ciotola unire la farina, con la farina di cocco ed il lievito ed incorporare lentamente al composto a base di cassava. Versare in degli stampi da muffin (io ho quelli profondissimi a cilindro dell'ikea) a 2/3 e far cuocere per 25 min. ca. a 160°C.



lunedì 23 novembre 2009

SIDRO DI MELE


Fare il sidro in casa è stata un'idea di Leonard e così, circa un paio di mesi fa ci siamo messi all'opera. Abbiamo consultato qualche centinaio di siti internet, rendendoci conto che proponevano altrettanti metodi diversi per la sua preparazione. Perciò ci siamo un pò buttati, cercando un metodo abbastanza semplice e aggiungendo qua e là qualche trucchetto che ci sembrava intelligente! Il risultato è buono, peccato che ne abbiamo fatta una sola bottiglia... mi sa che dovremo rifarlo, magari cambiando qualcosina e sperimentando un pò... Ah, avevo fatto un sacco di foto per il procedimento passo passo, ma non le trovo più, mannaggia! Comunque è abbastanza semplice, quindi ecco come procedere:

SIDRO DI MELE FATTO IN CASA:
Cosa vi serve: (con queste dosi ci è venuta 1 bottiglia da 75, magari già che ci siete raddoppiate!)

2 Kg di mele
13 gr. di lievito di birra ( 1/2 cubetto)
1 punta di coltello di acido ascorbico (serve a non far annerire la frutta, si trova in erboristeria o a volte in farmacia, in teoria potete anche sostituire con il succo di un limone, ma ne sentirete il sapore! Se decidete di farlo, potete chiamarvi e potrei rifornire tutto il web dato che ne ho comprato un etto ;)!)
250 ml di acqua
300 gr. di zucchero di canna
un bottiglione
un tappo colmatore, o qualcosa che permetta di far uscire l'anidride carbonica senza far entrare l'aria... Questo è ciò che è riuscito a creare l'ingegno di Leonard, ma dicono che anche un imbuto capovolto possa andar bene... Lo so, la foto fa schifo, ma almeno si capisce cosa intendo!


1. Frullare le mele tagliate a pezzetti e senza picciuolo con lo zucchero di canna e l'acqua. (Il nostro sidro è venuto piuttosto torbido, per ottenerlo più limpido c'è chi suggerisce di partire direttamente dal succo di mela purificato che si trova in commercio, la cosa non mi convince troppo ma la prossima volta proveremo con la centrifuga!)

2. Aggiungere alla purea l'acido ascorbico e mescolare bene prima che si scurisca. (Se usate il limone potete frullare subito il tutto insieme!)

3. Far sciogliere il lievito in poca acqua tiepida ed aggiungerlo alle mele. Mescolare molto molto molto bene.

4. Con un imbuto versare il composto in un bottiglione e tappare con il tappo colmatore o con quello che le vostre menti geniali riusciranno a partorire.

5. Tenere la fiasca in un luogo calduccino, intorno ai 20°C. e agitarla una volta al giorno per rimescolare il tutto.

6. Lasciarlo così per 2 settimane, noi abbiamo visto che il giorno prima della scadenza prevista il sidro non fermentava più, quindi vedete un pò voi.

7. A questo punto Filtrate ed imbottigliate. L'abbiamo assaggiato ed era amarissimo e per nulla frizzante. Se lo desiderate frizzantino fate come noi, aggiungete 2 cucchiaini di zucchero al sidro prima di imbottigliare.

8. Noi l'abbiamo aperto dopo tre settimane dall'imbottigliamento, state attenti è frizzantissimo!!!
Però è buono, non me l'aspettavo che venisse così bene, quindi lo rifaremo. La nostra bottiglia ha una posa piuttosto consistente quindi la prossima volta mi sa che proverò a filtrarlo 2 o 3 volte prima di imbottigliarlo!

Vi consiglio davvero di farlo, sono di quelle cose che danno una soddisfazione infinita, almeno a me! ;)

Edit: con questa ricetta vorrei partecipare alla raccolta di noci moscate, ricette in compagnia... grazie ai vostri commenti, mi ci avete fatto pensare voi che era una ricetta a 4 mani e che c'era una raccolta in corso! ;)

domenica 22 novembre 2009

10 COSE DI ME... CULINARIE

Dato che questo "malefico" giochino è tornato indietro per la seconda volta e da diversi mittenti, ho deciso di rifarlo, ma in versione solo culinaria... non vorrete mica sapere proprio tutto tutto di me?! ;) Ringrazio Asa_Ashel e Sara (da cui ho preso l'idea di parlare solo di cucina stavolta) per aver pensato a me!!!

1. NON ho aperto questo blog per raccogliere le ricette sparse... insomma sarà per la giovane età, sarà che non mi sono mai segnata più di tante ricette, sarà che non sono un tipo ordinato ma mi ha stupito un sacco leggere che la maggior parte dei blogger parlasse di questa come motivazione nel proprio profilo!

2. Ho aperto questo blog un pò per avere una cosa tutta mia, un pò perchè è una sfida quotidiana ad impegnarsi in una cosa che mi piace e che ogni tanto rischia di diventare routine!

3. Non sono tradizionalista anche se amo e riconosco l'importanza della tradizione. Amo sperimentare, amo le varie cucine del mondo e per quanto mi piaccia la cucina italiana non vivrei di lasagne e ragù!

4. Non mi intimorisce (quasi) niente, dai pipistrelli venduti a mazzetti nei mercati birmani, al topo scuoiato davanti ai miei occhi in un villaggio del laos, dai vermi essiccati alla carne di cane. Penso che il cibo sia un fatto di cultura e non rispettare le scelte gastronomiche equivalga a non rispettare la cultura che c'è dietro!

5. Amo la cucina semplice, che sa di casa, ma non per questo non resto affascinata da altri approcci... insomma farei un salto da El Bulli seduta stante e se ne fossi capace ogni tanto mi sparerei anche un'"aria di cozze!" ;)

6. Il tema scottante tra i blog: Non mangerei un piatto di pasta fredda, o peggio, non cucinerei, per fare una foto, ma non trovo assurdo che qualcuno lo faccia... penso siano due piani diversi e ognuno ha le sua priorità, certo è che una bella foto ti cattura, una schifezza di foto un pò respinge indipendentemente dal succo della questione!

7. Non seguo quasi mai una ricetta alla lettera, tranne che ogni tanto per i dolci... mi affascinano tante ricette ma alla fine faccio quasi sempre di testa mia, è più forte di me!

8. Se non avessi fatto la restauratrice, mi sarebbe piaciuto fare la cuoca (a 25 anni posso ancora puntare a fare entrambi ;)!)

9. Quando cucino faccio un casino senza paragoni. La mia dolce metà dopo aver amato i miei piatti, puntualmente mi detesta per lo stato della cucina!

10. Ho aggiornato il post sugli ingredienti segreti, date un'occhiata e se vi va aiutatemi con ciò che mi manca! (Lo so non è proprio una mia peculiarità, ma non mi veniva in mente più niente ;)!)

Dato che questo giochino ha fatto il giro dei blog e ritorno non so proprio a chi rifilarlo, quindi se a qualcuno di voi va di rifarlo, sarà un piacere per me leggere! ;)