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mercoledì 13 ottobre 2010

QUELLO CHE OGNI TANTO MANCA DELLA CITTA': IL KEBAB!

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In realtà questo distacco dalla città me lo aspettavo più duro, pensavo che quantomeno all'arrivo dell'autunno sarei andata in crisi, io che sono sempre stata una da città, o paese, paesotto, paesino villaggio... insomma un qualsiasi posto in cui comunque sei circondato di gente, e invece per ora mi sembra di starmela cavando piuttosto bene... certo ci sono giorni in cui mi abbrutisco un pò, periodi in cui la pigrizia la fa da padrona e non esco per indefiniti giorni di fila... ma insomma, sarà che ho sempre qualcosa da fare, che ho mille progetti per la testa, che Roma è vicina ed è un rifugio sia fisico che mentale superaccessibile per quando proprio di natura non ne puoi più... per ora non soffro! La prima mancanza che ho sentita stata questa: il kebab! Certo il farselo in casa non colma appieno il rituale del panino di un'oraqualsiasidellagiornataonottatachesia, quando una fame improvvisa ti attanaglia ogni organo possibile e la soluzione è tanto facile quanto soddisfacente, ma comunque... dio quant'è buono! E poi si presta a infinite varianti, tipo apparecchiare la tavola con tutti i vari condimenti e salsine immaginabili, ciascuno in una ciotolina in modo che ogni commensale possa crearsi il suo personalissimo e unico kebab... bello no? Ora che ho imparato non aspetterò tanto ad organizzare un kebab party mi sa!
Ho fatto anche per la prima volta il pane arabo scoprendo che poi è anche abbastanza semplice e l'effetto assolutamente perfetto, cosa che mi ha stupita e deliziata, avendolo io sempre un pò scansato e temuto immaginando che fosse impossibile ottenere finezza e morbidezza (alias arrotolabilità) in casa e preferendo sempre affidarmi al negozietto egiziano sotto casa... cosa che avrei continuato a fare anche ora che mi sono preparata il kebab in casa se non fosse che... non ho più una casa con un negozietto arabo sotto! ;)

PANE ARABO:
per 5 pite, piadine o chiamatele un pò come vi pare... 5 pani per 5 kebab insomma:

300 gr. di farina 0
8 gr. di lievito di birra
2 cucchiai d'olio Evo
1 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di miele
acqua tiepida q.b.

Sciogliete il lievito in mezzo bicchiere d'acqua tiepida, aggiungete il miele e mescolate fino a che tutto sia sciolto bene. Lasciate riposare 5 minuti finchè si formerà una schiumetta in superficie. In una ciotola unire la farina, l'olio e lo zucchero e aggiungere il lievito e acqua tiepida q.b. ad ottenere un impasto liscio e abbastanza morbido. Impastare bene e lasciar riposare 5 minuti in modo che tutta l'acqua venga assorbita bene dalla farina. Aggiungere quindi il sale eventualmente con un goccio d'acqua ed impastare a lungo (15- 20 minuti), mi raccomando pigroni! ;) Riporre l'impasto in una ciotola coperta con un panno umido e lasciar lievitare 2 ore. Riprendere l'impasto e formare 5 palline uguali in peso. Ricoprire e lasciar lievitare un'altra mezz'ora. Stendere ciascuna pallina di impasto al mattarello abbastanza finemente (avete presente il pane arabo;)???) Infornare a 200°C per pochissimo, qualche minuto. Quando vedete che il pane comincia a gonfiare, o meglio a fare delle mega bolle, tiratelo fuori, spennellatelo con dell'acqua e riponete in una busta di plastica ancora caldo. Procedete così con tutti i vostri pani. Conservate a busta chiusa finchè non ne avrete bisogno!

KOFTA KEBAB D'AGNELLO:
Ispirato dalla ricetta di jamie Olivier seppur con abbondanti modifiche dovute un pò al gusto e un pò alla necessità!

Intanto se comprerete un abacchiuccio intero dal pastore di fiducia come noi in questo caso, vi delizierà la fase preparatoria muniti di accetta e grembiule a cercare di raccapezzarvi tra i vari tagli, sangue, interiora e via dicendo... ma qui tanto c'è poco da consigliarvi che è solo con l'esperienza (che io non ho, dato che lascio volentieri il compito a terzi) che si riesce a perfezionarsi... quindi lascio perdere, vi risparmio scene macabre e vi lascio la ricetta:

5 pani arabi
1/2 Kg di coscio d'agnello rifilato
una manciata di uvetta
una manciata di mandorle
2 cucchiai di timo fresco
3 cucchiai di sumac in polvere (una delle mie spezie preferite!)
1 cucchiaio di cumino
1 cucchiaio di peperoncino in polvere (io habanero martinica)
Olio Evo
insalata mista
3 pomodori a fette
1 cipolla rossa
yoghurt naturale
sale
pepe

In un ciotolino mescolate le spezie (sumac, timo, cumino e peperoncino) e tenetele da parte. Se avete un tritacarne o avete comprato la carne da un normale macellaio, fatevela dare macinata, così eviterete di bruciare il vostro bel frullatore come la sottoscritta. Altrimenti tagliate la carne a pezzettini piccoli e poi mettetela nel frullatore stando attenti a dargli tregua di tanto in tanto. Qualunque sia la vostra scelta a questo punto frullate la carne insieme alle spezie (lasciatevene un pò da parte per il tocco finale), un pò di olio Evo, le mandorle e l'uvetta e fate andare fino ad ottenere un composto omogeneo. Formate 5 salsicciotti meglio se su degli spiedini, così vi sarà più facile girarli, e fateli cuocere su una piastra caldissima girando di tanto in tanto finchè non risultino perfettamente cotti. Nel frattempo avrete lavato e spezzattato la vostra insalata, affettato finemente le cipolle e tagliato i pomodori. Potete quindi assemblare il vostro kebab. Scaldate qualche secondo il vostro pane arabo in una padella (se on è più caldo, ovvio) , quindi coprite con insalata, cipolle e pomodori e disponete le vostre polpette d'agnello come preferite. Io le ho spezzettate ma potete anche lasciare il salsicciotto intero al centro. Condite con un paio di cucchiai di yoghurt precedentemente salato, con le spezie che vi sono rimaste, un filo d'olio e un pizzico di sale e pepe. Arrotolate il vostro kebab chiudendolo sotto e godetevi la meraviglia!

giovedì 15 luglio 2010

CHEVAPCICI:

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Quando andai la prima volta in serbia e croazia era il '90, appena prima che scoppiasse la guerra ed io avevo sei anni. Di quella vacanza ricordo poco a parte qualche flash ma mai dimenticai in tutta la mia vita... i chevapcici... sarà che erano il massimo, almeno nella forma, per un bambino, sarà che il nome è semplicemente troppo carino, indimenticabile... ma non hanno mai più lasciato la mia memoria. Così ora, anni e anni dopo l'ultimo viaggio verso est, mi è venuta voglia di provarci! Questa è la mia versione, con gli ingredienti che avevo a disposizione.

CHEVAPCICI:

400 gr. di carne di maiale macinata
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 cucchiaini di cumino
2 cucchiaini di paprika forte
1 cucchiaio di olio evo
sale
pepe
zest di limone (appena appena)

Fate rosolare la cipolla tritata finemente con l'aglio in un filo d'olio evo. In una ciotola unite tutti gli ingredienti comprese le cipolle appassite togliendo l'aglio. Lavorate con le mani e mettete qualche ora in frigo.
Su una teglia rivestita di carta forno formate i vostri chevapcici creando come delle polpette allungate intorno a degli spiedini di ferro e infornate a 200°C per circa mezz'ora. Quando cominciano ad avere un colore un pò scurino provate a girarli ma fate attenzione a non farlo troppo presto altrimenti vi si spappoleranno. Da mangiare direttamente dallo spiedino salando in superficie!

giovedì 1 luglio 2010

GRANAT SOUP (GROUNDNUT SOUP)

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Eccovi dunque la prima delle ricette del menù del mio compleanno. E' uno dei piatti tipici più diffusi della Sierra Leone, e nonostante il nome si tratta più di uno stufato che di una zuppa. penso che sia più o meno il modo per indicare una preparazione "sugosa" in accompagnamento al riso. E' una cosina abbastanza pesante ma assolutamente deliziosa... questa poi, che mi ha preparato la mia dolce metà, è la più buona che abbia mai mangiato.

GRANAT SOUP:

1/2 kg. di carne (metà petto di pollo e metà spezzatino di manzo)
brodo di carne
1/3 tazza di olio di semi
1/3 tazza olio di cocco
2 pomodori grandi maturi
1 cipolla grande
1 peperoncino grande
sale
1/2 cucchiaino pepe di cayenna
1/2 tazza di burro d'arachidi (o purea di arachidi)
1/2 tazza d'acqua
1 cassava o manioca
3 patate

Tagliare la carne a dadini (il manzo un pò più piccolo del pollo). Mescolare gli oli e farvi rosolare la carne. Aggiungere un pò di brodo di carne e farlo ritirare fino a che la carne sarà tenera. Mettere la carne da parte. Nello stesso olio far rosolare la cipolla tagliata finemente e il peperoncino tagliato a rondelle. Aggiungere i pomodori a dadini e mescolare velocemente. Mescolare a parte il burro d'arachidi e la mezza tazza d'acqua, fino a formare un composto liscio e omogeneo e aggiungere in pentola. Riaggiungere la carne, salare e far stufare a fuoco basso per 15 minuti.
Far bollire la cassava spellata e a pezzi e le patate spellate e tagliate a metà. Aggiungerle a pezzettoni allo stufato 5 minuti prima della fine della cottura. Accompagnare con del riso.

giovedì 29 aprile 2010

TAJINE DI CONIGLIO AL RABARBARO

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La cosa più figa dell'avere un orto (un signor orto per la precisione, e soprattutto già in piena attività) è che finalmente non devo più rimpiangere niente.... voglio il rabarbaro? Ho il rabarbaro! certo, ci vogliono 2 o 3 anni di pazienza, ma poi non dovrai mai più fare senza! Mai voi avete idea di quante volte io abbia cercato il rabarbaro in giro per mercati? Beh, mai trovato... e ora, pensare di potermi sbizzarrire come mi pare mi rende assolutamente felice! La seconda cosa figa del vivere qui, dal punto di vista culinario, è l'avere il pecoraro di fiducia che fornisce ricotta, caciotta e agnelli e la signora di pollame, conigliame e uova che in questo caso ha fornito il coniglio... assolutamente speciale!
Ve l'avevo già detto che il tajine è un'invenzione geniale vero? Ecco, all'interno di questa piramide di coccio tutti i sapori si conservano a meraviglia e si amalgamano tra loro senza che il cuoco in questione debba fare assolutamente niente. Non si deve aggiungere alcun tipo di liquido perchè la forma della pentola è fatta apposta... il vapore sale, si raffredda, diventa più pesante e riscende sotto forma di liquido (non a caso il tajine è la pentola utilizzata dai berberi nel deserto ;)!)... quindi insomma, la conclusione ultima è che non si possa vivere senza tajine e senza rabarbaro... o almeno che si vive meglio quando ci sono!
Per questo tajine ho utilizzato un mix di spezie e sapori che facessero un pò da contrasto all'amaro del rabarbaro: mandorle, uvetta e spezie piuttosto dolci... se non avete tutto quello che propongo io, variate pure secondo quello che avete a disposizione, seguendo lo stesso principio.

TAJINE DI CONIGLIO AL RABARBARO:

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850 gr. di coniglio a pezzi
200 gr. di rabarbaro pulito e tagliato a pezzi di 2 cm circa
1 cipolla
2 manciate di mandorle spezzettate molto grossolanamente
2 manciate di uvetta
olio Evo
1 peperoncino piccante
2 cucchiaini di ras el hanout
2 cucchiaini di berberè
2 cucchiaini di curcuma
3 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di harissa in polvere
2 cucchiaini di amchur (mango)

Pulire il rabarbaro togliendo le parti filacciose un pò come si fa con il sedano e tagliarlo a pezzi di circa 2 c. Mettere la base del tajine sul fuoco con 2 cucchiai di olio evo e la cipolla tagliata a rondelle molto fine. far appassire la cipolla ed aggiungere l'uvetta, il peperoncino a rondelle e le mandorle. rosolando velocemente. In una ciotola mescolare tutte le spezie ed il sale e passare i pezzi di coniglio nel mix di spezie mescolando bene. Disporre il coniglio e il rabarbaro a piramide nel tajine, disporre ciascun quarto di lime confit ad un'estremità della pentola chiudere con il coperchio e lasciar cuocere a fuoco molto basso per circa 50 minuti. Non c'è bisogno di mescolare nè di aggiungere niente. Il rabarbaro si disfarrà completamente. Utilizzare sempre uno spargifiamma altrimenti si rischia di spaccare il coccio. Credetemi, è una vera delizia!

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lunedì 12 aprile 2010

COSTOLETTE D'AGNELLO ALLO ZIBIBBO SU TORTINO DI PATATE E ZUCCA ALLA FAVA TONKA:

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Eccomi tornata e traslocata! Anche se siamo solo davvero all'inizio... disorganizzati come sempre, con mobili sparsi in qui e in là, scatoloni mezzi svuotati, insomma incasinati ma contenti! Nell'ultimo week end abbiamo fatto una quantità di cose esagerata che non riesco neanche a capire come facciano a starci tutte in due giorni, per cui sono stanca morta, connetto poco e per oggi vi lascio senza tante parole (a parte la considerazione che la connessione qui è lentisssssssima!) e con una ricettuzza... ma vedrete che nei prossimi giorni vi racconterò tutto nei dettagli. Questo è stato il nostro pranzetto di pasqua, (da quando mi sono trasferita non ho ancora messo mano in cucina se non per una pasta al volo ai bimbi) e tadan!!! Eccola di nuovo la mia amata fava tonka! Per le quantità sinceramente non ci ho fatto proprio caso, noi eravamo in due, quindi vedete un pò voi ma tanto è semplice semplice!

COSTOLETTE D'AGNELLO ALLO ZIBIBBO SU TORTINO DI PATATE E ZUCCA ALLA FAVA TONKA:

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per i tortini:
4 patate
1 pezzo di zucca
1/2 cipolla
1/2 fava tonka
olio evo
sale
pepe

Bollire le patate, pelarle tagliarle a cubetti, salarle e metterle in una ciotola. Nel frattempo far ammorbidire la zucca tagliata a dadini in una padella in cui avrete fatto rosolare un pò di cipolla, semmai aggiungere un goccio d'acqua e aspettare che la zucca sia cotta. Aggiungerla alle patate, aggiustare di sale e pepe, condire con un filo d'olio e grattugiarci 1/2 fava tonka. Mescolare bene. Mettere il composto in un coppapasta in modo da dare la forma, sformare i tortini e passarli in forno per 5 minuti.

per costolette d'agnello:

costolette d'agnello
zibibbo
olio evo
sale e pepe

Schiacciare lo spicchio d'aglio, mettere le costolette in una teglia e condirle con olio evo, sale, pepe e l'aglio schiacciato, far cuocere in forno a 200°C per circa 30/40 min. irrorandole di tanto in tanto con un goccio di zibibbo.
servire il tortino di patate e zucca al centro del piatto ed adagiarvi due costolette on top!



giovedì 1 aprile 2010

L'ARROSTO E IL GORILLA:

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NO! Non preoccupatevi... non ci siamo mangiati niente di strano! Mia figlia, 11 mesi, dice "gorilla"... e lo dice con cognizione di causa... solo quando vede un gorilla! Non è stupefacente? Suvvia, fatemi gongolare un pò, cuore di mamma! ;)
Un pò di aggiornamenti sparsi dalla famiglia più disorganizzata del mondo:
1. Ho una pulpite (infiammazione del dente), mannaggia come soffro... giustamente ci voleva qualcosa a dare un pò di pepe a un semplice trasloco!
2. Causa pulpite (e medicine) ho dovuto smettere di allattare mia figlia... quindi si dorme poco...tanto mica si voleva essere pure riposati!
3. Definitivamente (credo!) ci trasferiamo il week end dopo pasqua!
4. Per chi commentava il post precedente: i traslocatori siamo noi: per questo ci trattiamo bene!
Che c'entra l'arrosto? Niente, ma visto che qui di carne ce n'è poca, bisognava ovviare! Avete presente gli stereotipi sui neri che mangiano solo carne (forse sono più diffusi in america)... beh, sono assolutamente veri! ;) Per cui in realtà noi ne mangiamo di carne, ma non so perchè io continuo a non sentirmi particolarmente ferrata in materia, quindi partiamo dalle basi... un semplice arrosto di maiale che però è stato una soddisfazione!

ARROSTO DI MAIALE:

un pezzo di arrosto (questo è di 2,200 Kg. circa ma ci abbiamo mangiato in dieci anche se dopo diverse altre portate)
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
rosmarino e timo freschi
1 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di senape
sale e pepe
olio Evo

Legare l'arrosto con uno spago bianco (o comprarlo già legato) e infilare gli aromi tra la carne e lo spago. mettere l'arrosto su una teglia rivestita di carta forno e cospargere con aglio e cipolla. Salare e pepare leggermente la carne da ogni lato e poi cospargerla con la salsa ottenuta sbattendo la senape con il vino con una forchetta. Irrorare con un filo di olio Evo e infornare a 180/200°C nella parte bassa del forno a seconda del peso dell'arrosto (io 1 h e 10 min. ).

giovedì 4 marzo 2010

POLLO AL LATTICELLO

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Diciamo che la mia vita fin'ora funzionava così che c'erano determinate cose che mangiavo solo ed esclusivamente nel luogo d'origine... così era ad esempio per la zupp' e suffritt' che mai avrei pensato potesse raggiungere Firenze e così era anche per il latticello e simili, che per me erano Austria e basta! Da quando ho aperto questo blog le cose sono cambiate e così tra pacchetti in arrivo da città lontane e scambi tra foodblogger mi ritrovo con un paio di porzioni di zuppa in freezer e con un bimbo di latticello da accudire giorno dopo giorno.
Questi petti di pollo marinati nel latticello, nascono da vaghi ricordi nordici, uniti alla necessità di trovare una continua destinazione nella mia cucina al nuovo arrivato, e devo dire che è stata proprio una scelta felice, delle pepite di pollo stramorbidissime, facili e che il mio bimbo ha mangiato con gran piacere! Basta ricordarsi di mettere a marinare il pollo (un pò come mettere in ammollo i legumi...quasi impossibile!) e poi la cena è pronta in un attimo. Come sempre nel condimento potete mettere un pò in moto la fantasia, il latticello lo rende morbido morbido, ma poi insaporite pure come vi pare.
Poi mi sono resa conto che mi lamento sempre che in questa casa si mangia solo pollo e insalata e su questo blog c'è un'unica ricetta di pollo, peraltro grassissima! Non vorrei che mi prendeste per bugiarda ;)

POLLO AL LATTICELLO:
non mi chiedete le dosi esatte perchè non ne ho proprio idea.

per la marinata:
1 petto di pollo
latticello q.b. per ricoprire i tocchetti di pollo
il succo di 1 lime
2/3 rametti di timo fresco

per la cottura:
il pollo
1/2 cucchiaino di tandoori masala
olio evo
sale e pepe

tagliare il pollo a dadini della grandezza di un boccone. Metterli insieme atutti gli ingedienti per la marinata in un recipiente di ceramica. Coprire e mettere in frigo per qualche ora (io 3/4). Quindi sgocciolate il pollo e mettetelo a cuocere in una padella con olio evo e le spezie. Infine salare e pepare a gradimento.

mercoledì 20 gennaio 2010

IL POLLO DI LEONARD

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Ho una gran voglia di parlarvi di cucina africana così non aspetterò la settimana prossima, in fondo ieri vi ho proposto solo due noccioline no?
Questo è un piatto very very african, assolutamente godurioso, di quelle cose che non possono non piacere, sfido chiunque, anche i palati più restii alle novità a non trovarlo assolutamente fantastico. L'unica cosa è che nella versione originale è super super piccante quindi se non siete amanti basterà diminuire notevolmente le dosi di peperoncino.
La prima volta che l'ho assaggiato me lo ha cucinato Leonard, è il suo cavallo di battaglia, e non potevo non innamorarmi ulteriormente ;)!
Se doveste per caso cucinarlo per un sierraleonese (ma credo per un africano in generale), tenetevi pronti a sentirvi dire "buonissimo, manca giusto un pò di peperoncino!" questo qualunque siano le quantità che avete messo, anche se avete dato fondo a tutte le vostre risorse! Ve l'avevo già detto no che mio marito mette il peperoncino anche sull'insalata?! ;)
Per quanto riguarda il burro d'arachidi io ho usato quello comprato (lo so lo so, per niente purista come cosa!) ma farselo in casa, come ovviamente fanno nei paesi d'origine è davvero facile! basta pestare le arachidi al mortaio, poi, per noi che possiamo risparmiamoci la fatica di fare tutto a mano, passare al mixer con un pò di miele che lo renderà più cremoso!
Ultima nota, il forno. Leonard mi dice che loro lo facevano sulla griglia, il libro mi dice di farlo in un wok o in una padella, insomma il forno non è proprio un elettrodomestico tipico nelle case africane, però io lo ho usato lo stesso ;)!
Io l'ho accompagnato con un riso mescolato ad un pò di papaya, essenzialmente per il bel colore, lo ammetto, ma è uso comune servirlo con ciotoline di frutta locale sia fresca che secca o con le arachidi speziate, o con platani fritti.

POLLO AL BURRO D'ARACHIDI E LATTE DI COCCO:

Per il pollo:
1 pollo, possibilmente ruspante e che fu felice in vita, non di quelli pompati e mosci che si trovano in giro (questo vale sempre, s'intende)
125 ml di latte di cocco
2 cucchiai di burro d'arachidi
4 cm ca. di radice di zenzero grattugiata
2 cipolle grandi
1 lime
2 cucchiai olio evo
sale
pepe
4 peperoncini grandi freschi molto piccanti (fate vobis)

Per il riso:
4 pugnetti di riso a scelta
1/2 papaya a fettine
sale
olio evo

Unite il burro d'arachidi al latte di cocco e mettete da parte. Mettete il pollo privato di gran parte della pelle e tagliato a pezzi, a marinare in olio, zenzero, la buccia e il succo del lime, sale, pepe e peperoncino. Aggiungete le cipolle e la crema di arachidi e latte di cocco. Mettete in una teglia e cuocete a 180°C per circa 40 min. mescolando di tanto in tanto.
Bollite il riso in acqua salata, scolate, mescolatelo alla papaya tagliata a tocchetti, versateci un filo d'olio e adagiatelo a cucchiaiate in dei coppapasta piccoli riempiendo fin sopra. Servite il pollo e il riso uno accanto all'altro sullo stesso piatto.
Un consiglio? Almeno un pezzetto mangiatelo con le mani e leccatevi le dita... impagabile ;)!

domenica 27 dicembre 2009

IL TAJINE D'AGNELLO DI PAPA'



Ieri sera siamo venuti a Roma per festeggiare il nostro terzo natale con i miei genitori (cosa che si farà stasera!) e come cena abbiamo trovato questo fantastico tajine preparato dal mio papà! La ricetta quindi è opera sua che anche lui come me fa sempre un pò di testa sua (ed è un gran cuoco!) Il tajine è un piatto tipico della cucina marocchina che prende il nome dalla pentola di coccio nella quale viene cotto! La forma è pensata per facilitare la condensa dell'aria calda per cui si possono fare delle lunghe cotture senza dover mai aggiungere liquidi. Per cui alla domanda che anch'io mi sono posta spesso: "si può fare il tajine senza tajine?" la risposta è certo, ma verrà una cosa piuttosto diversa! Grazie alla lunga cottura la carne viene morbidissima e le spezie si amalgamano alla perfezione. Insomma se riuscite a trovarlo, un tajine in casa ci vuole proprio!

TAJINE D'AGNELLO DI PAPA':

1 cipolla rossa
20 olive
1 Kg di spalla d'agnello tagliata a pezzettoni
1 mela annurca grossa
1/2 sedano rapa
5 patate medie
1 manciata di uvetta
20 mandorle circa
1/2 melograno
olio EVO all'arancia
1/2 bicchiere di vino bianco
2 cucchiaini di ras el hanout
2 cucchiaini di semi di nigella
2 cucchiaini di harissa in polvere
2 cucchiaini di berberè
2 cucchiaini di sale fino

Mettere il piatto del tajine (la pentola) sul fornello con uno spargifiamma (per non rischiare di spaccare il coccio). Versarci l'olio Evo all'arancia, la cipolla affettata abbastanza fine e le olive snocciolate intere. Far soffriggere e spegnere il fuoco. Tagliare l'agnello a pezzettoni e cospargerlo con spezie e sale. Metterlo nel tajine. Sbucciare la mela, tagliarla a spicchi e aggiungerla. Quindi aggiungere sedano rapa e patate a strati a formare la piramide e spolverando ogni strato di spezie. Cospargere con l'uvetta e le mandorle tritate. Spremere il succo del melograno e unirlo al vino bianco, quindi cospragervi il tutto. Ai 4 lati sulla base del piatto mettere i 4 spicchi di 1 lime confit. Mettere il coperchio e far cuocere a fuoco medio basso per un'ora, un'ora e dieci!