mercoledì 30 giugno 2010

LA MIA CENA DI COMPLEANNO

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Per il mio compleanno la mia dolce metà mi ha organizzato una cenetta sierraleonese tutta preparata con le sue manine (così finalmente ho un pò di materiale per la mia abbandonata rubrica di cucina africana), e la mia mamma gli ha dato una mano preparando una bellissima e buonissima torta nordica. Il mio papo e i miei bimbi si sono cimentati nelle decorazioni preparando una splendida tavola (con tanto di candelabro kitsch ideato per l'occasione) e una marea di disegni come "scenografia". E' stata una bellissima serata perfettamente riuscita, e dato che io non ho fatto un bel niente se non guardare, ho pure un bel pò di fotine delle varie preparazioni... mi mancano gli spiedini perchè sono stati fatti al momento che era già notte ma erano talmente deliziosi che il mio maritino di sicuro me li rifarà per il mio blogghino!
Anche i regali sono tutti a tema culinario (e stratosferici) quindi aspettatevene delle belle ;)!
Intanto ecco il menù:
-oleleh (stavolta avevamo anche le foglie di banano... fighissimo!)
-groundnut soup
-roastbeef (che sarebbero gli spiedini in traduzione dall'inglese all'inglese africano: roast-arrosto e beef-carne... quindi niente a che vedere con quello che generalmente chiamiamo roastbeef)
-bananabread (but the african way!)
-kaesesahnekuchen (la torta... o imparate a pronunciarlo o in alternativa potete sempre utilizzare l'internazionale cheesecake... anche se questa è ben diversa, ma c'è pur sempre del formaggio!)
Intanto cominciate a rinfrescarvi la memoria, così da rientrare in tema che tutto quello che ancora non ho postato lo troverete prossimamente su questi schermi!

lunedì 28 giugno 2010

TANTI AUGURI A ME!!!

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E siamo a 26! Quindi non mi resta che aspettare che sorprese mi riserva questo giorno di festa!!!

venerdì 25 giugno 2010

SUCCO DI... ALBICOCCHE


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EDIT del 27 giugno: Vi metto anche la versione scientifica, con dosi e tutto, va! Dato che qualcuno me l'ha chiesto e che io l'ho rifatto...
Dato che siamo in periodo di albicocche, e che come vi dicevo ieri qui sono veramente tante, questo è uno dei metodi più rapidi per smaltirne in grandi quantità. Il risultato è ottimo, e a quanto pare si può anche conservare per periodi di tempo un pò più lunghi anche se con due bambini succomani non è che ce ne sia gran bisogno. Comunque sul fronte pastorizzazione, devo dire di non poter garantire che funzioni, perchè l'ho appena fatto. Se riuscirò tenterò di conservarne una bottiglia per sperimentare e potervi poi dire in futuro qual'è il risultato. devo dire comunque che in partenza non ero neanche un granchè convinta che dopo la bollitura il succo rimanesse buono, invece mi sbagliavo, perchè ho aperto una bottiglia "pastorizzata" e il sapore resta più o meno invariato... bisognerà solo vedere come si comporta in quanto a conservazione. La ricetta ve la do approssimata perchè dipenderà in primo luogo da quanta materia prima avrete a disposizione e poi anche dolcezza e fluidità sono fattori che variano a seconda dei gusti. L'unico elemento indispensabile, almeno per questa versione è la centrifuga.

SUCCO DI ALBICOCCHE:

Centrifugare le albicocche lavate e private del nocciolo. Aggiungere subito qualche goccia di succo di limone per far in modo che la frutta non annerisca. Fare uno sciroppo con pari quantità di zucchero e acqua (ad es. 50 gr. di zucchero e 50 gr. d'acqua) e portarlo a bollore. Far bollire un paio di minuti e aggiungerlo al centrifugato di albicocche. Assaggiare per testare il livello di dolcezza desiderato. Aggiungere acqua fredda fino a raggiungere la densità desiderata. Filtrare il succo per eliminare la parte polposa (ma se vi piace lasciatela pure) e imbottigliare in bottiglie sterilizzate (lavare bene e mettere in forno a 100°C per 10 min.) e chiudere il tappo. Se volete conservare il succo mettete una grande pentola piena d'acqua a bollire e mettere ciascuna bottiglia in acqua bollente per 15 minuti. Lasciar raffreddare e conservare in luogo fresco e buio (e incrociate le dita che funzioni;)!).

versione scientifica: Per 1 litro di centrifugato di albicocche fate uno sciroppo con 200 gr. di zucchero e 200 gr. d'acqua e aggiungete poi 200 gr. d'acqua per rendere il succo più fluido. Per il resto seguite la ricetta sopra.

giovedì 24 giugno 2010

E' TEMPO DI... ALBICOCCHE

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Mi sa che per i prossimi tempi si ricomincerà sul monotematico... i tre alberi di albicocche sono stracarichi, il primo è maturo e gli altri gli seguiranno a ruota per cui, volenti o nolenti, in questi giorni ci si dovrà dedicare alla loro lavorazione in qualsiasi forma possibile e immaginabile, e di seguito mi sa che tutta l'estate sarà più o meno così... le settimane delle melanzane, quelle delle zucchine e poi il tempo infinito dei pomodori che, almeno dalle esperienze scorse, non finiscono davvero mai.
Per oggi comunque ci manteniamo su una ricetta che non richiede quantità esagerate, le prime albicocche che ti riempiono di gioia! E' un dolcino austriaco, uno di quelli che non mancavano mai nella mia infanzia austriaca e che per me è la quintessenza della bontà dolce. La ricetta è quella di mia zia, molto ricca, mentre la versione più semplice prevede solo la presenza di noci nell'impasto, senza cioccolata. le dosi sono per una teglia grande, quindi potete anche optare per mezza dose in teglia piccola.

DOLCE DI ALBICOCCHE (DELLA ZIA):

200 gr. di zucchero
250 gr. di burro
4 uova
300 gr. di farina 00
1 cucchiaino da the di lievito per dolci
1 cucchiaio di rum
50 gr. di noci tritate
50 gr. di cioccolata fondente grattugiata
un pò di latte eventualmente
una ventina di albicocche mature

Montare lo zucchero con 4 tuorli con le fruste. Aggiungere il burro morbido a pezzetti e il rum e continuare a lavorare con le fruste fino ad ottenere un composto schiumoso. Montare gli albumi a neve e incorporarli delicatamente. Mescolare tra loro a parte la farina, le noci tritate finemente, e il lievito. Incorporare il composto secco e la cioccolata grattugiata al composto a base di uova mescolando con attenzione ma decisione dal basso verso l'alto. Se il composto dovesse risultare troppo duro aggiungere un pò di latte. Versare il composto ottenuto in una teglia rivestita di carta forno. L'altezza dovrà essere di circa 1 cm. e mezzo. Lavare le albicocche, aprirle a metà e togliere il nocciolo. Disporre le mezze albicocche con la parte interna verso il basso sul dolce spingendo appena appena con la mano. Infornare a 175°C per circa 35 min.

lunedì 21 giugno 2010

UN PANE COL LIEVITO MA... POCO,POCO,POCO!

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Intanto oggi è il compleanno del mio papà, Tanti auguri papo!
Questo pane è fatto con il lievito di birra, ma ce n'è davvero pochissimo... è stato un'esperimento di Leonard ed è riuscito talmente bene che si replica spesso. E' un'ottima cosa per chi non ha la pasta madre o per quando ci si dimentica di tirarla fuori dal frigo in tempo ;) in fondo basta ricordarsi di fare un rapido poolish prima di andare a letto e il giorno dopo si otterrà un ottimo pane, ben alveolato dove il lievito resta quasi solo più un'idea!

PANE DI GRANO DURO CON POCO POCO LIEVITO:

la sera prima preparate un poolish con:
200 gr. di farina 0
200 gr. di acqua tiepida
3/4 gr. di lievito di birra
Unite tutti gli ingredienti in una ciotola mescolando bene con un cucchiaio. coprite con un panno umido e lasciate riposare per 12 ore.

Il giorno dopo:
500 gr. di farina 0
500 gr. di farina di grano duro
1,5 cucchiaino di zucchero
4 cucchiaini di sale
2 cucchiai d'olio
il poolish
acqua tiepida q.b. (circa 550 gr.)

Unire tutti gli ingredienti tranne il sale impastando bene per una decina di minuti. Lasciar riposare un quarto d'ora e aggiungere il sale impastando bene per altri 10 minuti. Formare una palla, coprire e lasciar lievitare per 4 ore. Dividere l'impasto a metà e lasciar riposare per 10 minuti. Fare le pieghe alle due metà di impasto e lasciar lievitare per 1 ora. Formare un filone con ciascuna delle metà di impasto e posizionarle su una teglia rivestita di carta forno. far lievitare per 1,5 ore e infornare per 45/50 min. a 200°C. Se volete una crosticina più croccante mettete a bollire dell'acqua e posizionate una teglia sul fondo del forno al momento dell'accensione. Circa un quarto d'ora dopo aver infornato il pane buttate un pò d'acqua bollente nmella teglia in modo da dare un colpo di vapore. Ripetete l'operazione quando il vapore che si è creato nel forno si dissolve, circa 3 o 4 volte durante la cottura.

venerdì 18 giugno 2010

SCHIACCIATA LAVANDA E ROSMARINO:

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Oggi poche chiacchiere ragazzi che ogni tanto bisogna pure fà qualcosa. Quindi ricetta facile e veloce... io adoro la lavanda e il suo sapore fresco, e con questo vi auguro uno splendido venerdì!

SCHIACCIATA LAVANDA E ROSMARINO:

500 gr. di farina 0
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di miele
olio Evo
1/2 cubetto di lievito di birra (12 gr.)
acqua tiepida q.b.
1 cucchiaio di fiori di lavanda
1 rametto di rosmarino

per la salamoia:
olio Evo
acqua
sale

Preparare la salamoia mettendo in un barattolo olio Evo e acqua tiepida nella stessa quantità e 1 cucchiaino di sale. Mescolare bene sbattendo con la forchetta finchè il composto non diventa verdastro. Mettere da parte.
Sciogliete il lievito di birra in un bicchiere di acqua tiepida, aggiungete il miele e mescolate bene. Fate riposare 5 minuti prima dell'utilizzo. Versate la farina in una ciotola e aggiungete un filo di olio Evo, versateci l'acqua con il lievito e cominciate ad impastare aggiungendo acqua tiepida finchè non otterrete un impasto molto morbido che non si attacchi alle mani. Lasciate riposare 15 min. e quindi aggiungete il sale eventualmente con un ulteriore goccio d'acqua. Impastate bene per una decina di minuti e lasciate lievitare per mezz'ora. Riprendete l'impasto e rovesciatelo sulla teglia. Stendete la schiacciata leggermente con le dita senza forzare. Coprite di nuovo e lasciate riposare 10 minuti. Ricominciate a stendere solo fin dove arriva senza fare forza. Ricoprire e lasciar riposare altri 10 minuti. Stendere la schiacciata fino ai bordi della teglia e con la punta delle dita fare tanti buchetti sulla superficie. Cospargere con i fiori di lavanda e gli aghi di rosmarino. Mescolare bene la salamoia e versarla sulla schiacciata distribuendola uniformemente. Lasciar lievitare per 30 minuti e infornare a 200°C per circa 25 minuti.

giovedì 17 giugno 2010

ROMANA DE ROMA...

ricotta e visciole
...La crostata ricotta e visciole non io! Anche se in realtà è di origine ebraica, è forse l'unico dolce romano in senso stretto, o almeno a me non ne vengono in mente altri. Per degustare la vera, unica original one, dovrete farvi un giro al ghetto e fermarvi al forno più famoso della zona, la ricetta è segreta, un pò come quella della sacher, ma insomma anche le "imitazioni" non sono affatto male. Io sono partita dalla ricetta di Laura Ravaioli ma, trovandomi con un boccaccione di visciole portate dall'austria, ho usato queste intere al posto della marmellata della versione originale. Il risultato a me è piaciuto molto, un pò più leggero e fruttato rispetto alla crostata romana, anche se senza dubbio diversa! Insomma fossi in voi le proverei tutte e due perchè è davvero un dolce di quelli a cui è difficile resistere!

CROSTATA RICOTTA E VISCIOLE:

per la frolla (è assolutamente troppa per la sola crostata, ma insomma, ne usciranno anche dei bei biscottini):
400 gr. di farina 00
200 gr. di zucchero
200 gr. di burro
4 tuorli

per il ripieno:
300 gr. circa di visciole
400 gr. di ricotta di pecora romana
2 uova
2 cucchiai di sambuca

Versate la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete lo zucchero, il burro a tocchetti e i tuorli e impastate velocemente la vostra frolla. Formate una palla e avvolgetela in un foglio di plastica. Fate riposare in frigo per almeno 1 ora.
Preparate la crema lavorando la ricotta con lo zucchero e aggiungendo la sambuca ed un uovo alla volta fino ad ottenere una crema liscissima.
Stendete la frolla e rivestiteci uno stampo da crostata. Disponete le visciole sul fondo a cerchi concentrici e infine versate la crema di ricotta livellandola ma stando attenti a non spostare i frutti sottostanti. Con la frolla rimasta create un cordoncino che metterete sul bordo intorno alla crostata e poi create le strisce che andranno a formare la griglia superiore utilizzando una rotella dentellata. Ci vorrà un pò di pazienza, ma il risultato, anche estetico vi ripagherà in pieno. Infornate a 175°C per 1 ora circa.


mercoledì 16 giugno 2010

CHI LASCIA LA STRADA VECCHIA PER QUELLA NUOVA...

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Vi ho già detto che ho un marito speciale vero? Da quando stiamo insieme io non ho mai lavato i piatti, perchè semplicemente è una cosa che ODIO! Così, lui, per il quale non è una gran tortura, si è sempre sacrificato togliendomi l'impiccio finchè... non è arrivata lei... la malefica lavastoviglie! Neanche il caricarla è più una sua prerogativa, e per di più si rifiuta di imparare a metterla in moto... insomma, morale della favola: ho messo il sapone per i piatti nella lavastoviglie... che fosse un tentato sabotaggio inconscio?!!! Peccato che non abbia funzionato e che l'unico risultato ottenuto siano state le due ore a cercare di eliminare il gigantesco blob di schiuma creatosi all'interno della macchina infernale, e una ripulita della cucina di quelle storiche!!!
Così per la ricetta di oggi resto sulla strada vecchia: rabarbaro!!! Sìsì, ditelo pure che sono monotematica tanto io continuo lo stesso! ;)

CRUMBLE DI RABARBARO CON BURRO SALATO:

rabarbaro
burro salato
farina
fiocchi ai 5 cereali
zucchero

Tagliare il rabarbaro (ma potete usare anche un'altra frutta eh) a dadini dopo averlo lavato e pulito e riempite le vostre cocotte. Per il crumble sono andata ad occhio, comunque dovrete ottenere una consistenza sbriciolosa e abbastanza dolce come contrasto all'asprigno del rabarbaro. Mettete la farina, i fiocchi di cereali e lo zucchero in una ciotola e alla fine aggiungete il burro morbido a tocchetti. Sbriciolate con la punta delle dita e mettete il vostro crumble sulla frutta. Infornate a 175°C per circa 20 minuti.

martedì 15 giugno 2010

POLPETTE DI BULGUR E LENTICCHIE:

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Ieri prima partita dell'Italia e di conseguenza prima cenetta a buffet in poltrona a tifare. tra le altre cose ho fatto queste polpettine che prendono ispirazione dalle mercimek koftesi, di origine turca. Non avendo però le lenticchie rosse (che cromaticamente sarebbero state ben meglio) le ho sostituite con quelle gialle, dalle caratteristiche simili, piccole, morbide e di rapida cottura. Neanche un pomodoro avevo (tantomeno il concentrato) altrimenti avrei messo un pò di quello per spezzare la monocromia in giallo... buone però erano buone, anzi molto buone quindi ecco a voi la ricetta, la mia, che quella originale tanto la trovate nel link!

POLPETTINE DI BULGUR E LENTICCHIE GIALLE:

1 tazza di lenticchie gialle
1 1/2 tazze di bulgur
2 cucchiaini di pasta di curry verde
2 cucchiaini di zatar
1 cucchiaino di dragoncello
1,5 cucchiaini di sale
2 cipollotti
3/4 fili di erba cipollina
un filo di olio Evo

Mettete le lenticchie in acqua fredda e portate ad ebollizione per una decina di minuti (assaggiate quando le lenticchie sono cotte), aggiungete quindi il bulgur e fare cuocere per altri cinque minuti a coperchio chiuso. Spegnete il fuoco e lasciate il tutto riposare per 20 minuti circa in modo che il bulgur abbia il tempo di assorbire l'acqua. Trasferite il tutto in una ciotola e aggiungeteci i cipollotti affettati molto sottilmete e le spezie. Assaggiate e regolate di sale. mettete la vostra ciotola a raffreddare bene in frigo e quando il composto sarà ben freddo potrete formare le polpette con le mani bagnate. Vanno servite su delle foglie di lattuga e accompagnate con delle fette di limone. io ho finito con una spolverata di paprika soprattutto per dare un pò di colore, ma anche perchè sta molto bene sia con le polpettine che col limone.

lunedì 14 giugno 2010

ANCORA RABARBARO...

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Dato che ho appena fatto un viaggetto in austria, ovviamente non potevo tornarne a mani vuote... Mi sono trascritta tutti i ricettari di mia nonna, della mia bisnonna e di varie zie e conoscenti. Così ecco la prima di quella che sarà una lunga serie di torte e dolci austriaci e non potevo che iniziare dal mio ingrediente preferito: il rabarbaro! Se doveste riuscire a trovarlo o se come noi, lo coltivate nel vostro orto, non esitate a farci questo dolce dai sapori nordici e dal bel contrasto tra dolce e asprigno.

DOLCE AL RABARBARO (DELLA PROZIA):

120 gr. di burro
3 uova
150 gr. di farina
160 gr. di zucchero
4 gr. di lievito per dolci (1/4 di bustina)
buccia di 1/2 limone

250 gr. circa di rabarbaro
un pò di zucchero semolato

Con una frusta sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare chiari e schiumosi. Aggiungete la scorza di limone, quindi il burro fuso continuando a lavorare. Incorporate la farina setacciata insieme al lievito ed alla fine le chiare d'uovo montate a neve incorporandole col cucchiaio dal basso verso l'alto facendo attenzione a non smontarle. Versate l'impasto in una piccola teglia rivestita di carta forno. Tagliate il rabarbaro a dadini e rivestite completamente l'impasto. Infornate a 175°C per circa 40 minuti. Cospargete con un poco di zucchero semolato a torta ancora calda.

venerdì 11 giugno 2010

TABOULE' MONDIALE:

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Oggi iniziano i mondiali di calcio, e per quanto io di calcio non ci capisca niente e aborri la televisione tanto da non avercela mai avuta, i mondiali mi piacciono. Mi piace l'atmosfera, il fatto che sia una sorta di rituale nazionale, mi piacciono le serate passate con gli amici a fare il tifo, e mi piace il cibo, lo stuzzicare legato all'evento. Così per quanto non riesca a stare dietro a contest e iniziative della blogsfera, stavolta mi fa proprio piacere proporre la mia ricetta per una cosa rapida e veloce da smangiucchiare tutti insieme per combattere l'afa con una bella birra... ecco neanche la birra mi piace in linea di massima, ma in occasione dei mondiali ci sta bene la birra... non riuscirei a guardarmi la partita col mio solito bicchiere di vino in mano... non so, semplicemente non quadra!
Il taboulè me lo ricordo di quando lavoravo in un bar del centro di Firenze, era uno dei piatti fissi del pranzo ed era il mio preferito in estate quando qualsiasi cosa di eccessivo e di pesante nell'afa di firenze ti avrebbe impedito di proseguire il lavoro! Buono, rinfrescante, che si possa preparare prima (perchè io, per quanto ami cucinare, non ci sto davanti ai fornelli mentre tutti si preparano alla grande visione), ed ha anche i colori giusti ;)!

TABOULE':

bulgur
pomodori pachino
menta fresca
limone
sale
olio Evo
pepe
zatar
peperoncino fresco (facoltativo)
bietoline (facoltative)

Fate lessare il bulgur in acqua bollente per 9 minuti e scolatelo. Raffreddatelo con dell'acqua fredda e conditelo a piacere. La ricetta base è pomodori, succo di limone e menta fresca ma potrete sbizzarrirvi come meglio credete. In questo caso io ho utilizzato le ultime bietoline fresche dell'orto ma secondo me è un ottima scelta anche con delle melanzane alla griglia o con qualsiasi cosa vi troviate sotto mano.
Quindi buon mondiale a tutti e con questo partecipo alla carinissima raccolta, il panino con la coppa indetta dalla cucina di QB... in extremis come al mio solito!

giovedì 10 giugno 2010

CHIPS DI CAVOLO NERO E LA PUBBLICITA' CHE MI PIACE:

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Si è parlato tanto di blog e pubblicità e io la mia opinione pian piano me la sono andata creando. Quando trovo un blog con il quale mi sento in sintonia, del quale ammiro il contenuto e un pò anche la persona che ci sta dietro, in linea di massima mi fido anche delle sue indicazioni. Ed è per questo che penso che anche per le aziende i blog siano una buona fonte di pubblicità, slo che quando poi la pubblicità diventa una parte essenziale della questione, è quasi matematico che non si pubblicizi più solo ciò che ci piace... non so, almeno io personalmente sono per un blog senza inserti a pagamento, in cui mi senta libera di dare la mia opinione su qualsiasi cosa mi capiti sottomano, anche se poi non è sempre così. Comunque oggi sono qui per parlarvi di un'esperienza che mi ha estremamente soddisfatto e per lasciarvi una ricetta (finalmente!). Questi che vedete qui sotto sono palm leaf plates, piatti di foglie di palma... li avevo visti un bel pò di tempo fa su una rivista di moda e già allora avevo pensato che si trattasse di una cosa meravigliosa oltre che di un usa e getta assolutamente sostenibile, poi circa un mese fa mi sono imbattuta in un blog che proponeva questo prodotto come test per chi fosse interessato.... senza alcuna condizione, niente obblighi, neanche la richiesta di parlarne e questo secondo me è quello che fa un produttore che è convinto del suo prodotto, perchè sa che chiunque, o quasi, se lo troverà tra le mani avrà voglia di divulgare la sua conoscenza.... ed è quello che è capitato a me! Nessuno mi ha chiesto un commento positivo, nè di metterlo in risalto ogni tot, nè di parlarne in assoluto ma io ho voglia di farlo perchè questi piatti mi piacciono un sacco e mi sembrano un'alternativa chic ed elegante ai soliti usa e getta, ma soprattutto si tratta di un prodotto completamente biodegradabile... non fosse per il prezzo che è insomma abbastanza elevato, ci pasteggerei anche tutti i giorni. Insomma se io dovessi pubblicizzare un prodotto di cui sono fiera farei così ed è molto bello rendersi conto che ogni tanto le proprie idee combacino con le idee di qualcun'altro. Se volete dare un'occhiata alle varie tipologie di piatti disponibili, le trovate QUI!
piatti e cavoloPer quanto riguarda la ricetta, anche quest'idea l'avevo notata un sacco di tempo fa su un qualche blog inglese o americano e ora che sono tornata alla base, rendendomi conto che il cavolo nero del nostro orto non si è ancora arreso nonostante dovrebbe essere estate inoltrata, non mi sono fatta sfuggire l'occasione e mi ci sono cimentata. Il risultato è fantastico e anche abbastanza rapido, certo dipende dalle quantità che si hanno in mente....

CHIPS DI CAVOLO NERO:

cavolo nero
olio Evo
sale

Lavare le foglie di cavolo nero e rimuovere le coste centrali. Tagliate le foglie in pezzi abbastanza regolari e asciugatele molto molto bene. Mettete il tutto in una ciotola e condite con olio e sale. Mescolate con le mani e poi disponete su una teglie ricoperta di carta forno. E' importante che nessuna foglia sia sovrapposta ad un'altra. Infornate a 160°C per circa 15 minuti. Dopo circa la metà del tempo dovrete girare le foglie in modo che non brucino. Otterrete delle chips croccanti e molto originali, ideali per un aperitivo ma anche come contorno o decorazione di piatti più elaborati.

martedì 8 giugno 2010

CHER PAIS DE MON ENFANCE...

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...che non ha niente a che vedere con la france e tutto è tranne che dolce, ma comunque resta uno dei posti della mia infanzia e del mio cuore: Grossrussbach, nella bassa Austria dove mia nonna è nata e cresciuta e dove tuttora i nonni hanno la loro casa di campagna. Da un posto dove tutto cambia in continuazione come vienna ad uno dove il tempo sembra immobile a meno di 20 minuti di distanza. Qui veramente il tempo non sembra passare su niente, nè sui paesaggi, nè sui ritmi di vita, nè sulle persone. Tutti hanno lo stesso aspetto che avevano quando sono nata, eppure i miei 26 anni sono passati anche per loro! Tuttavia sembra che su di loro il tempo non lasci il segno, sarà l'aria, sarà la vita, non so bene come spiegarmelo ma veramente la fisionomia che si acquisisce da adulti qui rimane immutata per tutta la vita.
Invece per me il tempo corre troppo in fretta e mi sembra incredibile che siano già passati più di 4 anni dall'ultima volta che ci ho fatto una scappata. Per la prima volta forse mi rendo conto di quanto siano speciali tutte quelle cose che facevano parte di me e che io ritenevo normali, di quanto sia potenzialmente bella la casa nella quale ho passato tanti mesi d'estate, di quanto sia incredibile il paesaggio di campi e di boschi, di quanto sia rigogliosa la natura e i giorni lunghi e di che patrimonio siano tutti i giocattoli conservati in soffitta e risalenti alle infanzie di mia mamma, di mia nonna e via più su. Dalla bambola che era di mia zia, poi mia, e che mia figlia ha subito iniziato a sbaciucchiare, alle barbie degli anni 70 arrivate come dono dagli zii americani, dalla mia tenda degli indiani a tutti i vestiti che negli anni ho modificato e riadattato alle necessità... e poi le lettere e i diari della mia mamma adolescente, il lettino di legno bianco con le sbarre che già accoglieva mia nonna neonata, la lilienporzelan che ora va tanto di moda ma che per me è sempre stata immagine del caffè pomeridiano con le magnifiche torte delle grandi pasticciere di casa... insomma è stato un vero tuffo nel passato.

vienna4Il tempo purtroppo non c'è stato d'aiuto e pur pensando di aver fatto una vacanzetta estiva, nessun segno d'estate era ancora chiaro. Non ci siamo persi però le bellissime passeggiate nei boschi incredibilmente fitti che ad andarci da soli fanno quasi paura e abbiamo avvistato anche due daini, una mamma e un bambino... come dicevo, tutto rimane immoto, anche quand'ero piccola non c'era passeggiata senza daini ma pensavo che in vent'anni anche qui le cose fossero cambiate... e invece no! O magari è stata solo fortuna ma è bello pensare che non sia così!
Dal punto di vista mangereccio, se di vienna ho sempre amato la molteplicità e la varietà di locali e posticini, di qui ho sempre amato l'heurigen, che rimane tuttora un luogo meraviglioso in cui si incontra un pò tutto quello che per me vuol dire mangiare: la bella atmosfera, i tanti stuzzichini, il bicchiere di vino ad accompagnare le serate e la buona compagnia. Si tratta praticamente di locali che sorgono sui vigneti nei quali viene prodotto il vino che vi si beve, almeno in origine e qui nel niederosterreich, che è poi la zona di produzione vinicola dell'austria, è davvero ancora così. Ci si serve più o meno a buffet e vi si trovano un gran numero di antipasti e cremine spalmabili per il pane, oltre che arrosti e carni di ogni genere. Sono i luoghi della conservazione della tradizione per eccellenza: le donne sono vestite con l'abito tradizionale, il tirndel e spesso gli uomini che ci vanno si presentano in pantaloncini di pelle e camicia da cacciatori... insomma visto da fuori è un vero spasso, ve lo garantisco, ma se ci si addentra un pò ci si rende conto che l'austria è davvero ancora un paese legato molto alla campagna e alle montagne, ad esclusione di Vienna, e che per la gente del posto tutto questo è assolutamente normale. Ancora oggi, come nel medioevo, molte di queste "taverne" sono segnalate da un ramo di pino appeso all'uscio. Per bere si utilizzano i tipici bicchieri col manico, tipo quelli per la birra, ma piccoli, perchè un tempo quando si mangiava con le mani dall'involto portato da casa, un bicchiere liscio sarebbe facilmente scivolato dalle mani unte (sopratutto dopo i tanti bicchieri che si bevono all'heurigen ;)!) Questi locali si trovano anche a Vienna, soprattutto in quelle zone che un tempo erano campagne e che pian piano sono state incorporate dalla città. Il luogo degli heurigen tipico di Vienna è Grinzing, una specie di paesino nella città con le casette basse dai colori caldi, i gerani ai balconi e i vetri colorati. Non ho fatto foto perchè avevo voglia di godermi l'atmosfera ma anche perchè probabilmente non avrei davvero sputo spiegare come sia possibile che uno si metta a fare foto al cibo dello heurigen, e che cosa sia un blog... mi sarei sentita assolutamente fuori posto mentre avevo proprio voglia di ricongiungermi un pò con le mie origini!
Prometto che questo è l'ultimo post sull'Austria e che da domani questo tornerà ad essere un normale blog di cucina!

lunedì 7 giugno 2010

MANGIARE A VIENNA:

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Dopo avervi raccontato un pò in generale della mia seconda città eccoci arrivati alla parte essenziale: il cibo. C'è davvero da sbizzarrirsi perchè come avrete capito Vienna è davvero una città multiculti, e anche la sua stessa cucina è influenzata tantissimo da diverse altre culture. E' uno di quei posti dove ci si potrebbe sedere praticamente ad ogni angolo di strada, la bella atmosfera è quasi sempre garantita e tra ristoranti, bar, cucine etniche, caffehaus, mercatini e locali ci si può davvero perdere.
Il cibo di strada è davvero un pò un culto nonostante ci troviamo in un paese nordico in cui la vita non si svolge tanto per le strade come al sud. Immancabili in ogni angolo della città i wurtelstaender, i banchetti di wurstel e salsicce di tutte le tipologie che placano ogni genere di appetito in qualsiasi momento del giorno e della notte. Se volete un consiglio prendetevi un kasekrainer, un wurtel ripieno di formaggio fuso che schizza fuori ad ogni morso... una vera goduria. Spesso in questi baracchini troverete anche i langos, che sarebbero una roba ungherese che però ormai in austria è considerato quasi autoctono, e potrete scegliere tra langos semplici, all'aglio, con i wurtel dentro, a diversi sapori ma secondo me i classici con una spennellata di crema all'aglio sopra restano comunque sempre il top. In ogni periodo dell'anno troverete poi mercatini in ogni dove dove il clou rimangono sempre e comunque i dolci, oltre alle bevande che spesso sono molto diverse da quello che troviamo da noi. Oltre al classico vino e birra, è comunissimo il g'spritzter (vino e acqua stragassata) che può essere sia bianco che rosso. In inverno poi la città sarà invasa da gluhwein (vin brulè) e punch mentre in estate ci si affida alle varie bowlen (un mix di vino, prosecco e superalcolici alleggeriti dal sapore della frutta) di cui la più gettonata è quella ai lamponi. Tornando ai dolci quelli che vedete in foto sono krapfen, che qui si contrappongono ai berliner e si chiamano wiener anche se l'unica differenza che io personalmente mi sento di segnalare è il ripieno che nei wiener è di marmellata mentre nei berliner di crema, ma non ci giurerei che sia tutto lì. Quella cosa rosa dall'aspetto in realtà un pò sintetico è invece una cosa meravigliosa denominata punschkrapfen e che a quanto ne so sono tutti gli scarti di pasticceria imbevuti di rum e ricoperti di glassa... detto così non sembra allettante lo so, ma provatelo e vedrete che crea dipendenza. Quell'altro, lo vedete è un macaron e non è niente di tipico ma ha qualcosa di speciale perchè è il primo macaron della mia vita dopo quel disastro che ho provato a fabbricare con le mie manine! per un tour di street food come già vi accennavo ieri non perdetevi il naschmarkt e riempitevi gli occhi, le narici e la bocca con tutte quelle prelibatezze o fate una spesetta e poi rilassatevi in uno dei tantissimi parchi di vienna con un bel pic nic.
Il caffehaus a Vienna è un'istituzione. E' qui che si è scritta la storia, che sono nate le grandi opere letterarie, la teoria della psicanalisi e la nuova arte del mitteleuropa. Da quando, secondo la leggenda un soldato trovò dei sacchi di caffè lasciati dai turchi dopo l'assedio della città, il caffè è diventato un rito quotidiano a cui nessun viennese potrebbe rinunciare. E' per questo che anche i bellissimi caffehauser antichi che vi danno l'idea di essere estremamente preziosi e carissimi, in realtà non lo sono, perchè nessun viennese potrebbe accettare che il suo logo del relax e della comunicazione si trasformasse in una mera attrattiva per turisti. Perciò non temete, entrate, prendetevi il vostro caffè e la vostra fetta di torta e spenderete sicuramente meno che in qualsiasi centro città italiano godendovi un'atmosfera d'altri tempi. la città conta più di 600 caffèhauser che servono una varietà di tipologie di caffè mai viste, tra le quali neanch'io sono mai riuscita a raccapezzarmi più di tanto. L'unica cosa che voglio affermare è che il caffè a Vienna è buono, diverso dal nostro ma buono davvero. A quersto punto non vi resta che scegliere nella vetrina delle torte quella che vi sembra più attraente e se volete un consiglio assaggiatele tutte perchè la pasticceria austriaca è davvero una delle migliori al mondo.
tra i caffè più antichi e più pittoreschi di Vienna:
HAVELKA CAFE' in Dorotheergasse:
E' un posto meraviglioso nel quale verrete accolti dal signor havelka, vecchissimo ma ancora in forma (la moglie è morta da poco, fino all'ultima volta che ci sono stata c'era anche lei), abbastanza piccolo e sempre molto affollato nel quale non si può far a meno di sentirsi un pò in un'altro mondo. qui Musil scrisse il suo Uomo senza qualità, Elias Canetti passava qui le sua giornate e tuttora continua ad essere un luogo della cultura. Se capitate nel momento giusto non perdetevi le buchteln, che però vengono preparate solo in determinati giorni, quindi bisogna avere fortuna
CAFE' CENTRALl in Herrengasse14:
Era il luogo di Trozkij tanto che quando il ministro degli esteri austriaco venne a sapere che in russia si preparava una rivoluzione commentò ironicamente: "E chi la farà questa rivoluzione? forse il signor Trozkij che passa tutto il giorno a giocare a scacchi al central? Anche qui l'atmosfera delle sale in stile veneziano è bellissima e vale la pena una visita anche solo per la bellezza del luogo.
MOZART CAFE' in Alberinaplatz 4:
Molto lussuoso, qui vennero girate alcuno riprese di "Il terzo uomo".
CAFE' SPERL in Gumpendorferstrasse 66:
Molto accogliente e dalla calda atmosfera con i suoi arredi fin de siecle quando era ritrovo di scrittori e letterati.
CAFE' SCHWARZENBERGER in karntnerring 17:
Torte e dolci indimenticabili in uno scenario che è un vero splendore per gli occhi.

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Per quanto riguarda i luoghi in cui stuzzicare e smangiucchiare, magari a pranzo, il mio preferito resta Das Moebel in Burggasse 10, nel quartiere di Spittelberg. E' una sintesi originale tra un caffèhaus e un negozio di design d'avanguardia. Tutti i mobili che vedete far parte degli arredi sono in vendita e se vi piace qualcosa basterà dare un'occhiata al cartellino attaccato ad ogni mobile per vederne prezzo e disponibilità (i pezzi "usati" quelli su cui siete seduti sono in vendita a metà prezzo). Ogni tre mesi i mobili vengono cambiati così che l'arredo risulta ogni volta diverso. Il cibo è semplice e buono, le materie prime scelte e il vino bio della casa non è affatto male. Dalle 10 alle 16 c'è la possibilità di fare un brunch.

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Se avete voglia di mangiare orientale, bene bene e in un ambiente rilassato e semplice scegliete il Ra'mien in gumpendorferstrasse 9. la cucina è davvero ottima... se scegliete il piccante occhio che è piccante davvero e non dimenticatevi dei dolci, io non amo molto i dolci orientali ma mi sono dovuta ricredere, la crema di cocco nelle foglie di banano era eccezionale e anche la scelta dei vini non è affatto male. E' sempre molto pieno quindi se non si prenota bisognerà aspettare un pò, ma il personale è gentilissimo e si metterà completamente a vostra disposizione.
last but not least il schoene perle, anche qui ambiente tra il moderno e la tradizione, molto rilassato con un menù che rivisita la tradizione che cambia stagionalmente. Materie prime ottime, certificate bio e con sempre qualche sorpresa. Se doveste capitarci come dessert provate il b'soffener cappuziner, che non ha niente a che vedere con il cappuccino ma è una torta al vino che garantisco essere speciale.
Potrei continuare all'infinito ma a questo punto dovrei decidermi di aprire un blog su Vienna;) quindi la pianto che di consigli ve ne ho dati abbastanza no?!

sabato 5 giugno 2010

BACK FROM VIENNA:

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Eccomi tornata dal mio lungo tour che in realtà tanto lungo non mi è sembrato. Ora siamo di nuovo alle prese con scatoloni, mobili e varie ma non posso non raccontarvi niente del nostro giretto post match. Vienna è la mia seconda città ed esercita su di me ogni volte un gran fascino perchè è tutto ciò che una città dovrebbe essere, elegante, preziosa e ricca di storia, ma ogni volta diversa perchè la cultura non è un mero ricordo del passato ma l'esercizio giornaliero di una popolazione vivace e con tante cose da dire. Così, nonostante ci sia stata un'infinità di volte, ogni volta che torno il tempo non mi basta e vorrei avere qualche giorno in più per riuscire a fare e a vivere le tante cose che mi ero proposta. Non starò qui a raccontarvi tutto ciò che di imperdibile c'è da vedere altrimenti non finirei mai, ma mi limiterò a quelli che sono un pò i miei luoghi del cuore, quelli che mi fanno star bene e che mi fanno pensare ogni volta alla partenza che in fondo non sarebbe affatto male vivere a Vienna.
Il museums quartier (quartiere dei musei) è ricavato dalle antiche scuderie imperiali delle quali sono conservati gli edifici originali ma adattati in un contesto tutto moderno. Al suo interno si trovano il Leopold Museum che ospita la più grande collezione di schiele al mondo ed è una tappa fissa per un'appassionata come me, il mumok, museo di arte moderna dalla bellissima architettura, il zoom children museum, che è quanto di più bello ed entusiasmante io abbia mai visto come spazi per bambini, il quartier 21, un centro per l'arte digitale in cui veramente viene dato spazio e dignità alle nuove forme di espressione, giusto per menzionare qualcuno degli oltre 50 centri di arte e cultura contemporenee che trovano spazio all'interno di questo complesso. L'atmosfera nel MQ è meravigliosa, sugli enormi cortili si affacciano decine di bar e ristoranti, c'è un negozio di lomografia e il mq shop nel quale ognuno troverà una cosa sfiziosissima che dovrà avere a tutti i costi (occhio però che è caro assatanato). Questa combinazione tra spazi culturali e spazi del relax porta qui un sacco di persone in ogni stagione, ognuno con il suo scopo, chi per visitare un museo o per fare un workshop, chi per l'aperitivo o la cena, chi semplicemente durante il giorno per prendere il sole sugli enormi cubi di cemento rosa sparsi per i cortili. Il weekend poi l'atmosfera è animata da dj che suonano nel cortile principale, quindi se pensate di fare un giro a vienna date un'occhiata al programma che troverete di sicuro qualcosa che fa per voi.

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Altra tappa fissa, e qui siamo un pò anche sull'argomento che ci interessa di più, è il naschmarkt, non solo per il mercato, ma come zona in generale. Non ho fatto tante foto questa volta nè del mercato mangereccio nè di quello delle pulci perchè c'era una quantità di gente mai vista... sarà che era l'unico giorno di sole delle ultime due settimane, sarà che era uno dei giorni della festa della città ma veramente facevamo fatica a barcamenarci coi nostri due figli... tirare fuori la macchina fotografica sarebbe stato masochismo puro.
Iniziamo dal naschmarkt vero e proprio, il mercato... per me rimane sempre uno dei più belli che abbia visto, e questa volta in cui era tutto tutto aperto mi sono resa conto per la prima volta di quanto sia veramente enorme. I negozi e ristorantini più gettonati sono italiani, greci, turchi e giapponesi ma qui potete trovare veramente tutto quello che osate immaginare... basta cercare bene e avere le idee chiare... quello che io non ho mai ;)! Però è anche meraviglioso lasciarsi trasportare dalla corrente e allungare la mano qui e là per acchiappare gli assaggini che ti offrono da tutti i lati per fare un piccolo giro del mondo gastronomico in qualche ora.
Il sabato poi proseguendo sulla stessa piazza c'è il Flohmarkt, il mercato delle pulci. Anche qui c'è una gran quantità di gente e la maggior parte delle cose probabilmente non sono degne di nota, come però in fondo in tutti i mercatini del genere. la cosa bella però è che ogni volta si trova qualche banchetto spettacolare e si riescono ancora a fare dei veri affari. Se poi come me adorate le cosine di inizio secolo dello jugendstil austriaco, questo è forse l'unico posto dove le potete trovare e a prezzi ancora accessibili. Anche questa volta posso dirmi assolutamente soddisfatta dei miei acquisti sorvolando sul fatto che leonard mi abbia scassato una bellissima ciotola il giorno stesso... disgraziato;)!
Dopo aver passato la mattinata a fare acquisti sarete sicuramente spossati, ma evidentemente i commercianti della zona ne sono coscienti perchè il naschmarkt pullula di localini carinissimi che sono divisi più o meno a tema, c'è l'angolo del pesce, quello della cucina austriaca, quello della cucina orientale e via dicendo. Anche qui non avrete che l'imbarazzo della scelta, fatevi guidare dalla voglia del momento e sarete sicuri di poterla soddisfare.
Facendo un giro nel quartiere poi vi potrete rifare gli occhi con tutte le costruzioni e le facciate in jugendstil, e dato che vi trovate fatevi un giro alla secessione e non perdetevi il meraviglioso Beethovenfries di Klimt al suo interno. La zona è anche molto interessante dal punto di vista cultura e divertimento e troverete una miriade di locali carini e originali, ognuno con la sua caratteristica: quello dve si gioca a ping pong, quello per appassionati di lingerie, e in ogni stagione avrete delle proposte nuove, quindi non mi chiedete di stare dietro alla vita notturna di vienna perchè è davvero ardua. In estate poi sarà ben probabile che vi imbattiate in qualche festa spontanea o quasi nella zona di karlsplatz o nello stesso giardino della secession. Insomma anche qui ce n'è davvero per tutti i gusti!

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Per il resto vi consiglio una lunga passeggiata a Spittelberg con le sue belle case basse dai tetti alti, i suoi atelier, i suoi negozi alternativi ma molto chic e i tanti locali carini e originali, ed un'altra nella meno battuta dai turisti ma comunque molto bella e caratteristica Josefstadt, con i suoi cortili interni che sono veramente quanto di più bello ci possa essere, le sue antiche panetterie e i suoi ristoranti bio... ma di cibo parliamo domani ok?