domenica 31 ottobre 2010

IT'S PUMPKIN TIME:

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Oggi, dato che è halloween e che soprattutto è pieno di zucche in ogni dove, ricapitoliamo un pò quello che fin'ora ci abbiamo fatto in questo blog, con questo ingrediente straordinario, che piace più o meno a tutti e che si può utilizzare in mille e più ricette sia dolci che salate. Magari qualcuno che cerca l'ispirazione dell'ultimo momento potrebbe trovarlo utile, altrimenti insomma, le zucche ci sono ancora per un pò ;)! Prestissimamente poi aggiungerò tutto ciò che è mammaiana con la zucca 2010!
Per ora oltre a ricapitolare vi lascio un paio di consiglietti che potrebbero tornare utili. Intanto i semi di zucca... sono buonissimi e dato che è periodo e ci troviamo con tutte queste zucche per le mani, invece di comprarli, con un pò di pazienza ci possiamo preparare i nostri semi di zucca tostati in casa. Il procedimento è abbastanza semplice: lavate bene i vostri semi separandoli dai filamenti arancioni, metteteli in una pentola con 2 tazze d'acqua per ogni tazza di semi e del sale e fate bollire per una decina di minuti. Scolate e fate asciugare affinchè i semi rimangano solo un pò umidi e metteteli su una placca ricoperta di carta forno. Se volete potete aggiungere un pò di sale in superficie in modo che restino un pò di cristalli di sale. Infornare a 180°C per una ventina di minuti nella parte alta del forno, o finchè non siano dorati e croccanti.
Poi, dato che mi sono resa conto che nella maggior parte delle ricette dolci, la zucca deve essere ridotta in purea, vi lascio un pò di consigli su come compiere quest'operazione a seconda di tempi e possibilità (dato che qui non siamo in america e non si trovano le lattine già bell'e pronte...ma meglio così no?).
Allora, il metodo migliore sarebbe tagliare a fette la zucca (lasciando la buccia, ma pulendola dai semi) e metterla a cuocere in una teglia in forno oppure al vapore finchè non sia perfettamente morbida. in questo modo conserverete intatti sapori e nutrienti. Se invece avete tutto quel rimasuglio in scagliette derivante dal paziente svuotamento delle zucche per farne lanterne, basterà mettere il tutto in una pentola a fondo spesso, coprire con un coperchio e lasciar andare per 10 minuti senza aggiungere acqua. Infine se avete poco tempo e una zucca intera, tagliatela a dadini e infilate il tutto in pentola a pressione. Qualunque metodo abbiate usato, a questo puntò basterà dargli una botta di frullatore a immersione ed ecco pronta la vostra purea, che potrete congelare in comode porzioni da utilizzare per i dolci di tutto l'anno!

ricette salate:

ricette dolci:

semi di zucca:

giovedì 21 ottobre 2010

BUILDING A NEW HOME:

casa nostra
E' di nuovo un sacco che manco da questo mio spazio, ma stavolta una scusa ce l'ho! ;) Io e la mia dolce metà abbiamo finalmente iniziato a lavorare in quella che sarà (prima o poi) la nostra nuova casa! Ci stiamo facendo un discreto mazzo grazie ma alla fine la soddisfazione di averla fatta con le nostre manine sarà grande... sperando che non ci crolli tutto addosso!;)
Comunque questa voleva essere un pò una comunicazione di servizio, non temete sono ancora quiiiiii! Alla prossima ricetta!

mercoledì 13 ottobre 2010

QUELLO CHE OGNI TANTO MANCA DELLA CITTA': IL KEBAB!

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In realtà questo distacco dalla città me lo aspettavo più duro, pensavo che quantomeno all'arrivo dell'autunno sarei andata in crisi, io che sono sempre stata una da città, o paese, paesotto, paesino villaggio... insomma un qualsiasi posto in cui comunque sei circondato di gente, e invece per ora mi sembra di starmela cavando piuttosto bene... certo ci sono giorni in cui mi abbrutisco un pò, periodi in cui la pigrizia la fa da padrona e non esco per indefiniti giorni di fila... ma insomma, sarà che ho sempre qualcosa da fare, che ho mille progetti per la testa, che Roma è vicina ed è un rifugio sia fisico che mentale superaccessibile per quando proprio di natura non ne puoi più... per ora non soffro! La prima mancanza che ho sentita stata questa: il kebab! Certo il farselo in casa non colma appieno il rituale del panino di un'oraqualsiasidellagiornataonottatachesia, quando una fame improvvisa ti attanaglia ogni organo possibile e la soluzione è tanto facile quanto soddisfacente, ma comunque... dio quant'è buono! E poi si presta a infinite varianti, tipo apparecchiare la tavola con tutti i vari condimenti e salsine immaginabili, ciascuno in una ciotolina in modo che ogni commensale possa crearsi il suo personalissimo e unico kebab... bello no? Ora che ho imparato non aspetterò tanto ad organizzare un kebab party mi sa!
Ho fatto anche per la prima volta il pane arabo scoprendo che poi è anche abbastanza semplice e l'effetto assolutamente perfetto, cosa che mi ha stupita e deliziata, avendolo io sempre un pò scansato e temuto immaginando che fosse impossibile ottenere finezza e morbidezza (alias arrotolabilità) in casa e preferendo sempre affidarmi al negozietto egiziano sotto casa... cosa che avrei continuato a fare anche ora che mi sono preparata il kebab in casa se non fosse che... non ho più una casa con un negozietto arabo sotto! ;)

PANE ARABO:
per 5 pite, piadine o chiamatele un pò come vi pare... 5 pani per 5 kebab insomma:

300 gr. di farina 0
8 gr. di lievito di birra
2 cucchiai d'olio Evo
1 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di miele
acqua tiepida q.b.

Sciogliete il lievito in mezzo bicchiere d'acqua tiepida, aggiungete il miele e mescolate fino a che tutto sia sciolto bene. Lasciate riposare 5 minuti finchè si formerà una schiumetta in superficie. In una ciotola unire la farina, l'olio e lo zucchero e aggiungere il lievito e acqua tiepida q.b. ad ottenere un impasto liscio e abbastanza morbido. Impastare bene e lasciar riposare 5 minuti in modo che tutta l'acqua venga assorbita bene dalla farina. Aggiungere quindi il sale eventualmente con un goccio d'acqua ed impastare a lungo (15- 20 minuti), mi raccomando pigroni! ;) Riporre l'impasto in una ciotola coperta con un panno umido e lasciar lievitare 2 ore. Riprendere l'impasto e formare 5 palline uguali in peso. Ricoprire e lasciar lievitare un'altra mezz'ora. Stendere ciascuna pallina di impasto al mattarello abbastanza finemente (avete presente il pane arabo;)???) Infornare a 200°C per pochissimo, qualche minuto. Quando vedete che il pane comincia a gonfiare, o meglio a fare delle mega bolle, tiratelo fuori, spennellatelo con dell'acqua e riponete in una busta di plastica ancora caldo. Procedete così con tutti i vostri pani. Conservate a busta chiusa finchè non ne avrete bisogno!

KOFTA KEBAB D'AGNELLO:
Ispirato dalla ricetta di jamie Olivier seppur con abbondanti modifiche dovute un pò al gusto e un pò alla necessità!

Intanto se comprerete un abacchiuccio intero dal pastore di fiducia come noi in questo caso, vi delizierà la fase preparatoria muniti di accetta e grembiule a cercare di raccapezzarvi tra i vari tagli, sangue, interiora e via dicendo... ma qui tanto c'è poco da consigliarvi che è solo con l'esperienza (che io non ho, dato che lascio volentieri il compito a terzi) che si riesce a perfezionarsi... quindi lascio perdere, vi risparmio scene macabre e vi lascio la ricetta:

5 pani arabi
1/2 Kg di coscio d'agnello rifilato
una manciata di uvetta
una manciata di mandorle
2 cucchiai di timo fresco
3 cucchiai di sumac in polvere (una delle mie spezie preferite!)
1 cucchiaio di cumino
1 cucchiaio di peperoncino in polvere (io habanero martinica)
Olio Evo
insalata mista
3 pomodori a fette
1 cipolla rossa
yoghurt naturale
sale
pepe

In un ciotolino mescolate le spezie (sumac, timo, cumino e peperoncino) e tenetele da parte. Se avete un tritacarne o avete comprato la carne da un normale macellaio, fatevela dare macinata, così eviterete di bruciare il vostro bel frullatore come la sottoscritta. Altrimenti tagliate la carne a pezzettini piccoli e poi mettetela nel frullatore stando attenti a dargli tregua di tanto in tanto. Qualunque sia la vostra scelta a questo punto frullate la carne insieme alle spezie (lasciatevene un pò da parte per il tocco finale), un pò di olio Evo, le mandorle e l'uvetta e fate andare fino ad ottenere un composto omogeneo. Formate 5 salsicciotti meglio se su degli spiedini, così vi sarà più facile girarli, e fateli cuocere su una piastra caldissima girando di tanto in tanto finchè non risultino perfettamente cotti. Nel frattempo avrete lavato e spezzattato la vostra insalata, affettato finemente le cipolle e tagliato i pomodori. Potete quindi assemblare il vostro kebab. Scaldate qualche secondo il vostro pane arabo in una padella (se on è più caldo, ovvio) , quindi coprite con insalata, cipolle e pomodori e disponete le vostre polpette d'agnello come preferite. Io le ho spezzettate ma potete anche lasciare il salsicciotto intero al centro. Condite con un paio di cucchiai di yoghurt precedentemente salato, con le spezie che vi sono rimaste, un filo d'olio e un pizzico di sale e pepe. Arrotolate il vostro kebab chiudendolo sotto e godetevi la meraviglia!

martedì 12 ottobre 2010

LA SCHIACCIATA CON L'UVA:

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Dopo aver passato 7 anni a Firenze senza aver praticamente mai cucinato qualcosa di tipico fiorentino (vabbè, dai un paio di volte sarà successo!) eccomi qua che da qualche tempo sto ripassando tutto il menù di stagione! Ecco, tanto per non lasciarvi alcun dubbio sulla scarsa normalità della sottoscritta, a noi tutti la schiacciata co' l'uva a Firenze non è mai piaciuta! In realtà la cosa che non sopportavamo era l'anice che io trovo sia pessimo abbinato a tutte le cose a base di uva e vino, nonostante sia un abbinamento classico (magari sono io che capisco poco però!!!), quelle rare volte che si trovava senza anice, magari col solo rosmarino, ogni tanto si provava ma il più delle volte comunque non ci entusiasmava. Per farla breve, la ricetta me l'ha data tempo fa il signore dell'alimentari sotto casa fiorentina, io l'ho modificata un pò e conclusione: questa è la migliore schiacciata con l'uva che io abbia mai mangiato! Anche i restanti membri della famiglia, che durante la preparazione mi guardavano scettici, concordano in pieno e da oggi questo dolce dell'autunno entrerà di diritto nel quaderno delle ricette della famiglia mammaiana!
Un pò di note sulla ricetta: l'originale andrebbe fatto con uva nera da vino, in toscana quand'è periodo si trova dappertutto, nel resto d'italia no (io in realtà quest'anno avrei anche partecipato a due vendemmie ma niente... l'idea mi è venuta dopo ;)!)quindi ho usato l'uva fragola... se avete intenzione di fare lo stesso però vi consiglio di toglierle i semi (lavoraccio lo so!) perchè l'unica nota negativa erano questi semoni giganti che si incastravano tra i denti (e tutti giù a sputacchiare per il prato!). Ingrediente fondamentale della ricetta è l'olio quindi non lesinate!

SCHIACCIATA CO' L'UVA:

per l'impasto:
450 gr. di farina 0
1/2 cubetto di lievito di birra (12 gr.)
2 cucchiai di olio Evo
2 cucchiai di zucchero semolato (in realtà nell'originale non c'è, era solo per renderla più appetibile anche ai bimbi...l'hanno spazzolata!)
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale
acqua tiepida q.b.

per il ripieno:
1 Kg circa di uva fragola
zucchero semolato
olio Evo

Preparare l'impasto della schiacciata: sciogliete il lievito in un mezzo bicchiere di acqua tiepida, aggiungete il miele e lasciate riposare 5 minuti finchè non si forma una schiumetta in superficie. In una ciotola unire la farina, lo zucchero e l'olio e aggiungere il lievito e acqua tiepida q.b. per ottenere un impasto morbido e liscio che però non si appiccichi alle mani. Lavorate per una decina di minuti e lasciate riposare l'impasto per altri 10 minuti. Riprendete l'impasto e aggiungete il sale con un goccino d'acqua. Lavorate fino a incorporarlo perfettamente e lasciate lievitare coperto per 1 ora e mezzo. Riprendete l'impasto e stendetene i 2/3 della misura della teglia, lasciando liberi i bordi. Oliate bene la teglia prima di poggiarvi la base, quindi cospargete la base di uva (lasciatene un pò per sopra), aggiungete uniformemente circa 3 cucchiai di zucchero e un bel giro d'olio. Premete un pò con le dita in modo che l'uva penetro un pò nell'impasto e coprite con il 1/3 rimasto steso a rettangolo. Rigirate i bordi di sotto sull'impasto di copertura e fate aderire bene i lembi. Decorate con l'uva restante, di nuovo 3 cucchiai di zucchero e olio. Infornate a 200°C per 35/40 minuti. La prossima volta voglio provare a farla nel forno a legna, come dovrebbe essere... vi farò sapere.

domenica 3 ottobre 2010

SPAGHETTI ALLA CHITARRA CON PESTO AI PROFUMI DI SICILIA, TRIGLIE E UN TOCCO ESOTICO:

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La Sicilia per me è un un pò una patria! Non che abbia alcun tipo di legame di origine con questa terra, ma è il posto nel quale mi sento bene, a casa, sempre! L'arte, il calore della gente, il mare, il sole e più in generale il modo di vivere mi fanno sentire sempre di avere un mio posto nel mondo. Un luogo in cui culture e tradizioni si sono fuse per secoli creando un qualcosa di unico che trova nel cibo la sua quintessenza. Mangiare in sicilia è fantastico, c'è una varietà incredibile e l'arte della semplicità nel combinare gli ingredienti è ciò che ogni volta mi meraviglia.
Da questo amore, spontaneo e viscerale, nasce questo piatto, sicuramente non tradizionale ma in cui si combinano i sapori di questa terra del cuore capace di accogliere e assimilare, di trasformarsi senza perdere la propria essenza.
I capperi, che si inerpicano ostinati tra le rocce aride delle eolie, le arance che colorano gli inverni di questa terra in cui anche quando è freddo, il freddo non si sente, le mandorle, delle cui piante è utilizzato tutto, che fanno la gioia degli occhi quando sono in fiore e del palato a ogni angolo di strada, e le triglie di scoglio, che danno gioia e colore a ogni piatto con le loro carni tenere e la pelle rosata. Infine un tocco speziato e croccante dato dall' aji habanero, un peperoncino del centro america con piccantezza praticamente assente (è un baccatum della specie aji... dell'habanero ha solo la somiglianza della forma da cui il nome), carnoso e dal sapore inizialmente dolce che poi diventa un pò agrumato e che si sposa alla perfezione con l'insieme.
Ho deciso di presentare questo piatto per il consorso indetto da garofalo e leiweb con tema cibo e territorio perchè penso che prima ancora di sapori e tradizioni, quello che ci lega al nostro territorio è la materia prima e il rispetto che dovremmo avere per ciò che ci da nutrimento. E se in tanti altri campi si sta sviluppando una cultura un pò più etica del consumo, per quanto riguarda il pesce, e il mare in generale, mi sembra si presti molta meno attenzione ad un consumo sostenibile, sarà che non è il nostro elemento, che resta un mondo sempre un pò sconosciuto a chi non è del mestiere, ma se penso a come sono cambiati i fondali nella mia brevissima vita, credo che con un pò di informazione non ci vorrebbe poi tanto a cambiare le cose. Le triglie sono pesci del mediterraneo, pescati principalmente in sicilia e in sardegna, pesci autunnali, o meglio pesci che sarebbe opportuno pescare d'autunno, quando le mamme non sono incinte e i piccoli non sono più così piccoli. Io le trovo ottime e versatili, da utilizzare in tantissime preparazioni , dalle più semplici a quelle più raffinate.

SPAGHETTI ALLA CHITARRA CON PESTO AI SAPORI DI SICILIA, TRIGLIE E UN TOCCO ESOTICO:

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spaghetti alla chitarra garofalo
4 triglie di scoglio
2 piccole arance
5 gr. di capperi
100 gr. di mandorle
1 rametto di timo
40 ml. di olio Evo
1 aji habanero
polvere d'arancia per decorare

Pulire le triglie e ricavare da ciascuna due filetti. Preparare un pesto grossolano triturando al blender le mandorle con l'olio, le arance pelate a vivo e tagliate a tocchetti, i capperi e il timo. Togliere i semi con la placenta dell'aji habanero e tritarlo finemente al coltello. Aggiungerlo al pesto pronto incorporandolo con il cucchiaio (lasciatevene da parte un pochino per la decorazione). Cuocere gli spaghetti alla chitarra in abbondante acqua salata bollente. Nel frattempo passare i filetti di triglia in padella con un filo d'olio facendo cuocere circa un minuto per lato. Scolare la pasta, conservando un pò d'acqua di cottura e condire velocemente con il pesto aggiungendo eventualmente un pò di acqua di cottura. Sistemare la pasta nei piatti aiutandovi con un forchettone e un grosso coppapasta e posizionare 2 filetti di triglia su ciascun piatto con la parte della pelle posizionata verso l'alto. Condire con un filo d'olio evo a crudo e decorare con pochissima polvere d'arancia, un pò di trito di aji habanero messo da parte e un rametto di timo.