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domenica 3 ottobre 2010

SPAGHETTI ALLA CHITARRA CON PESTO AI PROFUMI DI SICILIA, TRIGLIE E UN TOCCO ESOTICO:

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La Sicilia per me è un un pò una patria! Non che abbia alcun tipo di legame di origine con questa terra, ma è il posto nel quale mi sento bene, a casa, sempre! L'arte, il calore della gente, il mare, il sole e più in generale il modo di vivere mi fanno sentire sempre di avere un mio posto nel mondo. Un luogo in cui culture e tradizioni si sono fuse per secoli creando un qualcosa di unico che trova nel cibo la sua quintessenza. Mangiare in sicilia è fantastico, c'è una varietà incredibile e l'arte della semplicità nel combinare gli ingredienti è ciò che ogni volta mi meraviglia.
Da questo amore, spontaneo e viscerale, nasce questo piatto, sicuramente non tradizionale ma in cui si combinano i sapori di questa terra del cuore capace di accogliere e assimilare, di trasformarsi senza perdere la propria essenza.
I capperi, che si inerpicano ostinati tra le rocce aride delle eolie, le arance che colorano gli inverni di questa terra in cui anche quando è freddo, il freddo non si sente, le mandorle, delle cui piante è utilizzato tutto, che fanno la gioia degli occhi quando sono in fiore e del palato a ogni angolo di strada, e le triglie di scoglio, che danno gioia e colore a ogni piatto con le loro carni tenere e la pelle rosata. Infine un tocco speziato e croccante dato dall' aji habanero, un peperoncino del centro america con piccantezza praticamente assente (è un baccatum della specie aji... dell'habanero ha solo la somiglianza della forma da cui il nome), carnoso e dal sapore inizialmente dolce che poi diventa un pò agrumato e che si sposa alla perfezione con l'insieme.
Ho deciso di presentare questo piatto per il consorso indetto da garofalo e leiweb con tema cibo e territorio perchè penso che prima ancora di sapori e tradizioni, quello che ci lega al nostro territorio è la materia prima e il rispetto che dovremmo avere per ciò che ci da nutrimento. E se in tanti altri campi si sta sviluppando una cultura un pò più etica del consumo, per quanto riguarda il pesce, e il mare in generale, mi sembra si presti molta meno attenzione ad un consumo sostenibile, sarà che non è il nostro elemento, che resta un mondo sempre un pò sconosciuto a chi non è del mestiere, ma se penso a come sono cambiati i fondali nella mia brevissima vita, credo che con un pò di informazione non ci vorrebbe poi tanto a cambiare le cose. Le triglie sono pesci del mediterraneo, pescati principalmente in sicilia e in sardegna, pesci autunnali, o meglio pesci che sarebbe opportuno pescare d'autunno, quando le mamme non sono incinte e i piccoli non sono più così piccoli. Io le trovo ottime e versatili, da utilizzare in tantissime preparazioni , dalle più semplici a quelle più raffinate.

SPAGHETTI ALLA CHITARRA CON PESTO AI SAPORI DI SICILIA, TRIGLIE E UN TOCCO ESOTICO:

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spaghetti alla chitarra garofalo
4 triglie di scoglio
2 piccole arance
5 gr. di capperi
100 gr. di mandorle
1 rametto di timo
40 ml. di olio Evo
1 aji habanero
polvere d'arancia per decorare

Pulire le triglie e ricavare da ciascuna due filetti. Preparare un pesto grossolano triturando al blender le mandorle con l'olio, le arance pelate a vivo e tagliate a tocchetti, i capperi e il timo. Togliere i semi con la placenta dell'aji habanero e tritarlo finemente al coltello. Aggiungerlo al pesto pronto incorporandolo con il cucchiaio (lasciatevene da parte un pochino per la decorazione). Cuocere gli spaghetti alla chitarra in abbondante acqua salata bollente. Nel frattempo passare i filetti di triglia in padella con un filo d'olio facendo cuocere circa un minuto per lato. Scolare la pasta, conservando un pò d'acqua di cottura e condire velocemente con il pesto aggiungendo eventualmente un pò di acqua di cottura. Sistemare la pasta nei piatti aiutandovi con un forchettone e un grosso coppapasta e posizionare 2 filetti di triglia su ciascun piatto con la parte della pelle posizionata verso l'alto. Condire con un filo d'olio evo a crudo e decorare con pochissima polvere d'arancia, un pò di trito di aji habanero messo da parte e un rametto di timo.

venerdì 11 giugno 2010

TABOULE' MONDIALE:

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Oggi iniziano i mondiali di calcio, e per quanto io di calcio non ci capisca niente e aborri la televisione tanto da non avercela mai avuta, i mondiali mi piacciono. Mi piace l'atmosfera, il fatto che sia una sorta di rituale nazionale, mi piacciono le serate passate con gli amici a fare il tifo, e mi piace il cibo, lo stuzzicare legato all'evento. Così per quanto non riesca a stare dietro a contest e iniziative della blogsfera, stavolta mi fa proprio piacere proporre la mia ricetta per una cosa rapida e veloce da smangiucchiare tutti insieme per combattere l'afa con una bella birra... ecco neanche la birra mi piace in linea di massima, ma in occasione dei mondiali ci sta bene la birra... non riuscirei a guardarmi la partita col mio solito bicchiere di vino in mano... non so, semplicemente non quadra!
Il taboulè me lo ricordo di quando lavoravo in un bar del centro di Firenze, era uno dei piatti fissi del pranzo ed era il mio preferito in estate quando qualsiasi cosa di eccessivo e di pesante nell'afa di firenze ti avrebbe impedito di proseguire il lavoro! Buono, rinfrescante, che si possa preparare prima (perchè io, per quanto ami cucinare, non ci sto davanti ai fornelli mentre tutti si preparano alla grande visione), ed ha anche i colori giusti ;)!

TABOULE':

bulgur
pomodori pachino
menta fresca
limone
sale
olio Evo
pepe
zatar
peperoncino fresco (facoltativo)
bietoline (facoltative)

Fate lessare il bulgur in acqua bollente per 9 minuti e scolatelo. Raffreddatelo con dell'acqua fredda e conditelo a piacere. La ricetta base è pomodori, succo di limone e menta fresca ma potrete sbizzarrirvi come meglio credete. In questo caso io ho utilizzato le ultime bietoline fresche dell'orto ma secondo me è un ottima scelta anche con delle melanzane alla griglia o con qualsiasi cosa vi troviate sotto mano.
Quindi buon mondiale a tutti e con questo partecipo alla carinissima raccolta, il panino con la coppa indetta dalla cucina di QB... in extremis come al mio solito!

giovedì 15 aprile 2010

UN INCONTRO E UN RISOTTO:

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Prima di andare via, per la precisione il giorno prima del trasloco definitivo, sono riuscita ad incontrare un'amica foodblogger in vacanza a firenze per qualche giorno per la laurea del suo (simpaticissimo) fidanzato: Malù... o meglio: Rita, per quanto io ancora faccia fatica a mettermi in testa che è questo il su vero nome... Malù le calza a pennello e, un consiglio... se cercate spunto per una torta andate da lei... è una vera virtuosa del genere :)! Perchè ve ne parlo solo ora? perchè la cara malù mi aveva portato un pensierino, una piccola opera d'arte fatta con le sue manine che avrei voluto fotografare per farvela vedere... così sabato l'ho messa in un posto in cui nonostante il gran casino (pardon) che imperversa in ogni nostro habitat, l'avrei trovato di sicuro subito dopo il trasloco! Ecco, sono 4 giorni che lo cerco disperatamente e non riesco a trovarlo... che rabbia... se l'avessi messo in un posto a casaccio di sicuro sarebbe sbucato fuori subito. Insomma quando lo trovo ve lo mostrerò... mannaggia a me! Per ora vi dico che è sempre un pò emozionante affrontare questo tipo di incontri ma che poi mi sono trovata benissimo, abbiamo parlato di tante cose e con pochissimo imbarazzo... sarà che in fondo, seppur virtualmente, ci si conosce già un pò? Ci siamo lasciate a fine serata con il buon proposito di organizzare un cucinamento insieme prima o poi e spero proprio che potremo riuscirci! Quindi Grazie Rita (e povero Matteo) che nella vostra vacanzetta romantica avete avuto voglia di incontrarmi e passare un pò di tempo insieme!
Ed eccoli qua Rita e Matteo!

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Questo risotto nasce come elimina-cimeli da trasloco... essendo poco organizzati ovviamente avevamo ancora il frigo mezzo pieno al momento di andarcene quindi abbiamo traslocato un bel pò di cibo fresco tra cui questi due esemplari di radicchio che andavano assolutamente eliminati!

RISOTTO PANCETTA E RADICCHIO:
per 4
100 gr. di pancetta
1 piccola cipolla bianca
2 radicchi tondi piccoli
brodo vegetale
olio Evo, sale e pepe
riso preferito per risotti
pecorino grattugiato

In una grande padella far rosolare la cipolla e la pancetta in un filo di olio Evo. Nel frattempo tagliare i radicchi abbastanza finemente e aggiungerli nella padella. Far appassire un pò e quindi aggiungere anche il riso e farlo tostare qualche minuto. Tenere il brodo di verdure sul fuoco in un pentolino in modo che sia sempre bollente e aggiungerlo al riso fino a coprirlo. Girare spesso il risotto, a metà cottura salare e pepare ed eventualmente aggiungere di tanto in tanto una mestolata di brodo. Una volta pronto servire con un'abbondante spolverata di pecorino bello saporito!

Edit: Finalmente è sbucato fuori!!!
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martedì 16 febbraio 2010

IO SONO NAPOLETANA.... ALMENO UN PO'!

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All'inizio, quando qualcuno mi chiedeva di dov'ero, rispondevo semplicemente: "di Napoli!" e tutti, senza mai un'eccezione, mi guardavano stupiti, come a dire: "e dai, ma chi vuoi prendere in giro!"Così vai con le spiegazioni, sulle varie origini di genitori e nonni, sui vari spostamenti della mia giovane persona finchè i lineamenti del mio interlocutore di turno non si distendevano e dalla sua bocca uscivano le fatidiche parole che mettevano fine al mio interrogatorio : "Ah ecco!". Ora, da un bel pò parto direttamente con un sunto della spiegazione completa e probabilmente la gente si chiederà: "Ma non poteva dire semplicemente che è di Napoli?" Perchè in fondo sono nata a Napoli, da padre napoletano e nonno napoletano e questo di solito dovrebbe bastare a poter dire di essere napoletani, almeno un pò, almeno per un quarto, senza dover necessariamente tirare in ballo la madre austriaca, la nonna toscana, il nonno polacco, e gli anni vissuti un pò in giro per l'Italia. Probabilmente però ormai un posto che mi riconosca come suo membro, che senta che gli appartenga non ce l'ho più: A Firenze mi chiedono se sono marchigiana, a Roma se sono fiorentina e a Napoli se sono romana, con infinite variazioni sul tema, ma mai mai nessuno che ci azzeccasse! ;)
Tutto questo per dire che, nonostante non si veda, ce l'ho anch'io un luogo d'origine, dal quale viene il piatto di oggi. La carissima Pina mi ha mandato un pacco con la zupp' e suffritt', e non potete immaginare che tuffo nel tempo che è stato. E non intendo solo un ritorno di sapori anche perchè fino ai sei anni (età in cui sono andata via da Napoli), non è che mi facesse proprio impazzire 'sto mix di interiora! Mangiare la zuppa mi ha praticamente messo di fronte tutta la mia famiglia napoletana, nonno, zii e zie, con i loro volti, le loro abitudini, i luoghi della città che li rappresentano e la loro, e soprattutto la mia napoletanità! Ed è davvero un'esperienza impagabile, che arriva così senza che tu possa far niente per invocarla... Mia nonna in tutto questo quadretto non c'è e non so se sia perchè con lei ho un rapporto diverso, più intimo, o perchè lei in fondo è toscana nonostante abbia vissuto 70 anni a Napoli.
Quindi grazie Pina, e per tutti voi che mi leggete, quando capitate a Napoli, provatela sta specialità, ne vale veramente la pena!
Di solito si compra già pronta dal macellaio, sotto forma di mattone compresso che basterà mettere in pentola con un pò d'acqua... se però volete sapere com'è fatto e magari anche mettervi all'opera, frego il link con la ricetta a Pina: QUI! Si mangia sotto forma di zuppa con dei crostini di pane e se rimane ci si può anche condire la pasta: fantastica!

giovedì 14 gennaio 2010

RAVIOLI.... PINK!

Anche questa volta all'ultimo secondo, ma ce l'ho fatta! Era un bel pò che ci pensavo a fare una pasta in rosa, e di partecipare alla raccolta di meringhe alla panna "Pink", un'iniziativa lodevole, dato che il pdf che ne deriverà verrà inviato alla Lega Italiana per la lotta contro i tumori.
Ovviamente una volta fatta la pasta rosa, potete usarla come meglio credete, potete farci le tagliatelle, i tortelli o qualsiasi tipologia vi piaccia di più. Per quanto riguarda i ravioli, mi piaceva l'idea di un'eleganza e una delicatezza estetica da mettere in contrapposizione con un ripieno dal gusto deciso e "rustico". E quindi eccoli qua:

RAVIOLI ROSA CON CIME DI RAPA E FETA (AL BURRO, TIMO E SEMI DI SESAMO):


PER LA PASTA:
200/250 gr. di semola di grano duro
2 uova
il succo del pacchetto delle barbabietole precotte ;)

PER IL RIPIENO:
cime di rapa
feta
olio Evo
aglio
peperoncino
sale
pepe

PER IL CONDIMENTO:
burro
pecorino
semi di sesamo
timo

Mettere 200 gr. di semola sulla spianatoia a fontana e versarci il succo delle barbabietole e le uova al centro. Impastare ed eventualmente aggiungere un pò di semola per ottenere una palla tonda e liscia. Coprire con una pellicola e mettere a riposare in frigo per un'ora.
Nel frattempo bollire le cime di rapa pulite e lavate (per le quantità dipende un pò da quanti ravioli volete fare, io ho usato metà della pasta per il pranzo di 3 persone), lasciarle scolare bene e ripassarle in padella con aglio, olio e peperoncino. Aggiustare di sale e pepe e frullare le cime di rapa insieme alla feta con un frullatore ad immersione (è stato un pò problematico perchè la verdura è un pò sfilacciosa, ma alla fine funziona!).
Tirare fuori la pasta dal frigo, sfogliarla e passarla alla macchinetta fino al penultimo buco, o in alternativa stenderla a mano con il mattarello abbastanza fine. Con un cucchiaino mettere dei mucchietti di ripieno sulla pasta distanziandoli di un paio di cm., ripiegare la pasta su se stessa e formare i ravioli.
Tuffare i ravioli in acqua salata bollente e tirarli fuori non appena tornano a galla (un paio di minuti). Condire con una salsa preparata facendo sciogliere un pò di burro in una padella con del timo secco e un pò di semi di sesamo che danno qual leggero contrasto un pò croccante. Spolverare con un pò di pecorino e mangiare!

martedì 12 gennaio 2010

LA RIBOLLITA


Che non sia propriamente tradizionalista in cucina lo avrete capito anche da soli. Da quando ho aperto questo blog, me ne sono resa conto appieno, un pò per qualche vostro commento, un pò perchè insomma ci si pensa un pò di più a quello che si cucina quando poi se ne parla ogni giorno. Un bel giorno mi è piombato un pensiero tra capo e collo... non ho mai fatto una lasagna e così per settimane non ho pensato ad altro finchè non l'ho fatta (prossimamente su questi schermi). Ma che c'entra la ribollita? Siamo partiti un pò alla larga, comunque questo è uno dei piatti della tradizione toscana che più adoro, ma mai mi è venuto in mente di farmela, è piuttosto quel must quando sono in giro per la città nelle fredde giornate d'inverno, quando ti fermi in qualche trattoria a riscaldarti e coccolarti un pò! Allora cos'è che ha fatto scattare in me questa voglia? E' una stupidaggine, un giorno chiacchieravo con una signora che mi raccontava della sua ribollita e di come mettesse un mazzetto di aromi (rosmarino e timo) legato con uno spago e appeso al manico della pentola per poi poterlo estrarre più facilmente. Da lì ci ho pensato un giorno sì e un giorno no, un'idea fantastica! Vi starete chiedendo: "Cioè, tu hai fatto la ribollita per appendere il mazzetto al manico???" La risposta è sì... Però però da oggi in poi forse la farò più spesso... è troppo bbbbuona!

LA RIBOLLITA:
Un pò a modo mio, s'intende!


1 cipolla
1 carota
300 gr ca. di fagioli rossi di lucca (in quella originale si usano i cannellini)
2 patate
1 rapa bianca (di quelle tonde piccole)
4 cucchiai di passata di pomodoro (fatta dai miei)
5 mazzetti di cavolo nero ( a dire la verità ho usato un tipo comprato ai castelli romani che lì chiamano cavolo velletrano, non ho ancora capito se è la stessa pianta o no!)
3 mazzi di una verdura trovata sempre lì che assomiglia alle cime di rapa ( nella ribollita originale comunque ci va la bietola, quindi tranquilli!)
brodo vegetale q.b.
2 rametti di rosmarino
2 rametti di timo
pepe
peperoncino
sale
olio Evo
pane toscano raffermo

Mettere a bagno in acqua fredda i fagioli secchi per una notte. Quindi bollirli e conservare l'acqua di cottura. Passare la metà dei fagioli al passaverdure e tenere da parte con l'altra metà.
In una pentola far soffriggere la cipolla e la carota con il peperoncino intero che poi toglierete. Aggiungere due cucchiai di passata di pomodoro, quindi il cavolo nero, la verdura, le patate e la rapa il tutto tagliato grossolanamente. Lasciare stufare un pò e coprire poi con del brodo vegetale (io ho usato quello della Frida ;)!) Legare il rosmarino e il timo con dello spago e appendere il mazzetto al manico della pentola così le foglioline si uniranno alla zuppa e voi potrete togliere facilmente i gambi (che soddisfazione!). Lasciar sobbollire per un'oretta, quindi aggiungere i fagioli interi e la purea di fagioli, altri due cucchiai di passata di pomodoro, condire e insaporire e far addensare quanto basta. In una ciotola grande alternare delle fette di pane toscano (sciapo) a mestolate di ribollita e lasciar impregnare completamente il pane. Dare una mescolata e lasciar riposare in frigo per una notte. Il giorno dopo prendere la minestra e rimetterla sul fuoco a ribollire, servire caldissima con un filo d'olio evo (per noi olio al peperoncino!)


domenica 3 gennaio 2010

L'AMATRICIANA RIVISITATA


Questa è una preparazione a quattro mani con il contributo di papà, con la quale vorrei partecipare al concorso "posta la pasta" di tzatziki a colazione con la collaborazione di pasta garofalo. Spero vada bene anche se la pasta è fatta in casa e la ricetta è parecchio rivisitata, anche perchè i premi sono davvero allettanti!



TAGLIATELLE ALLA SIMIL AMATRICIANA:

PER LA PASTA:
400 gr. di semola di grano duro
4 uova
acqua tiepida q.b. (giusto un filo in caso dovesse servire)

Versare la semola sulla spianatoia a fontana. Aprire al centro le uova ed impastare bene e a lungo fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Nel caso dovesse servire aggiungere un filo d'acqua tiepida. Formare una palla e lasciar riposare in frigo coperta da una pellicola per un'oretta.


Quindi riprendere l'impasto, tagliarlo a pezzi e fare la sfoglia. I miei hanno la macchinetta che è una gran comodità, ma si può fare anche al mattarello. Passare la pasta nel buco più largo della macchinetta e fare le pieghe, per poi ripassarla nella macchinetta. Ripetere l'operazione per almeno 4 o 5 volte. Quindi procedere stringendo sempre più l'apertura della macchinetta fino ad ottenere il risultato desiderato.

Noi ci siamo fermati alla penultima larghezza per avere delle tagliatelle non troppo fini. Ricordarsi di infarinare bene la sfoglia ad ogni passaggio. Quindi tagliare le tagliatelle, noi abbiamo fatto anche questo con la stessa macchinetta ma in realtà basta fare un rotolo e tagliarle al coltello è abbastanza semplice.



PER IL SUGO:

4 coppiette di maiale
2 salsiccette di maiale
2 spicchi d'aglio
un goccio di vino bianco
olio EVO q.b.
1 peperoncino (qui potete anche aumentare, noi l'abbiamo fatta anche per bimbi e vecchi! ;))
25 pomodorini tipo pachino
pecorino grattugiato in abbondanza

In una padella versare un pò di olio EVO e farvi rosolare l'aglio e il peperoncino. Quindi aggiungere le coppiette e le salsiccette tagliate a dadini. Sfumare con un goccio di vino bianco. Aggiungere i pomodorini tagliati in 4 e far cuocere una mezz'oretta fino ad ottenere un sughetto della giusta consistenza.
Quindi cuocere la pasta, mescolarla al sugo ed aggiungere pecorino in abbondanza! Si sono leccati i baffi tutti, di ogni generazione, dal bimbo di 2 anni alla bisnonna di 90!

martedì 24 novembre 2009

N° 8: CASSAVA O MANIOCA

Eccoci con un'altro degli ingredienti del giochino ( a proposito, l'ho aggiornato!) In africa è chiamata cassava, in sud america manioca. E' una pianta che ha un radice a tubero commestibile, si può utilizzare sia bollita, che sotto forma di farina, che come fecola (chiamata tapioca). La cassava è una delle principali colture per la sicurezza alimentare mondiale. Ricchissima di carboidrati, è incredibilmente adattabile, tollera lunghi periodi di siccità ed ha un potenziale produttivo tra i più alti, inferiore solo alla canna da zucchero. Purtroppo rimane una delle principali colture orfane (che ricevono scarsa attenzione dal mondo scientifico), nonostante possa dare un contributo fondamentale alla riduzione della fame e della povertà nel mondo.
Dato che in questo blog si parla di cibo, ogni tanto è anche giusto ricordarsi del suo valore primario, ossia quello di sfamare no?
tra i tanti vantaggi la farina di manioca può essere utilizzata dai celiaci.
Io personalmente ho un rapporto abbastanza ravvicinato con questo tubero, un pò per l'origine africana di mio marito ( loro le mangiano principalmente bollite con burro e sale, o sotto forma di farina in una preparazione chiamata fufu... prima o poi vi posterò la ricetta!) Un pò per il mio grande amore per i libri di Jorge Amado che mi hanno accompagnato, e insegnato qualcosa della splendida e affascinante cucina di Bahia e dei suoi manicaretti, tantissimi dei quali a base di manioca. A proposito, sua figlia ha scritto anche un libro di ricette con la sua collaborazione, pieno di racconti, davvero intrigante che ovviamente al momento non trovo (chissà a chi l'avrò prestato?!), però ve lo consiglio vivamente!

CONSIGLI PER L'USO:
La cassava (o manioca) assomiglia molto alle patate anche se ha un gusto più dolce e particolare e un odore meraviglioso e inconfondibile, quindi si può mangiare bollita, o al forno, o farci le chips. In sudamerica le vendono anche industriali e sono decisamente buone!

RICETTE:
Ieri abbiamo fatto indigestione di cassava (da ora in poi la chiamo così ok? Tanto avrete capito che è la stessa cosa ;)!)... già che c'ero ho deciso che bisognava consumarla tutta quindi pranzo, merenda e pure nel pane :)

GNOCCHI DI CASSAVA:


500 gr. di cassava bollita e schiacciata
1 tuorlo
100 gr. di farina ca. (sinceramente non l'ho misurata, sono andata a occhio, ma non ne ho utilizzata tanta.)

Pelare la cassava con un pelapatate o incidendo la buccia con un coltello anche a mano. Sciacquarla, tagliarla a pezzi e bollirla (a proposito, non vi fate venire in mente di assaggiarla cruda che contiene delle sostanze tossiche!).
Schiacciarla con una forchetta mentre è ancora calda ed eliminare la parte dura contenuta al centro del tubero. Quindi incorporare l'uovo ed aggiungere farina finchè l'impasto non sia simile a quello degli gnocchi di patate, morbido ma non colloso. Fare dei salsicciotti di circa tre cm e tagliare gli gnocchi. farli rotolare sul retro di una forchetta per ottenere la classica decorazione degli gnocchi. Quindi bollirli finchè non tornano in superficie e condire a piacere. Sono buonissimi, per me meglio di quelli di patate!

PANE CON PASTA MADRE ALLA CASSAVA:
L'ha fatto Leonard s'intende, quindi questa è la sua ricetta:



200 gr. di cassava bollita e schiacciata
200 gr. di pasta madre
400 gr. circa di farina0
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di olio EVO
acqua tiepida q.b.

Versare la farina sulla spianatoia con lo zucchero, il sale e l'olio, quindi incorporare la pasta madre (rinfrescata) e la cassava, aggiungendo acqua tiepida fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formare una palla, metterla in una ciotola coperta con un cencio umido e lasciar lievitare per 3 ore. Rimpastare e fare la forma desiderata. Lasciar lievitare per altre 3 ore. Quindi infornare a 200°C per circa 50 minuti. Viene un pane buonissimo, sofficissimo, insomma da provare!

TORTINI CASSAVA E COCCO:

Questi sono la mia personalissima gloria, ne sono talmente fiera che non potete immaginare... insomma li ho inventati io e sono deliziosi, sofficissimi, una goduria!


21o gr. di cassava bollita e ridotta in purea (era quella rimasta dopo le altre preparazioni)
150 gr. di farina
100 gr. di farina di cocco
100 gr. di zucchero
2 cucchiaini di lievito per dolci
2 uova
125 gr. di burro
220 gr. di latte di cocco

Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere il burro fuso e continuare a lavorare, quindi incorporare il latte di cocco. Aggiungere la purea di cassava e sbattere con delle fruste finchè non sarà perfettamente incorporata. In una ciotola unire la farina, con la farina di cocco ed il lievito ed incorporare lentamente al composto a base di cassava. Versare in degli stampi da muffin (io ho quelli profondissimi a cilindro dell'ikea) a 2/3 e far cuocere per 25 min. ca. a 160°C.



lunedì 26 ottobre 2009

ORZO ALLE PATATE CON ERBETTE E CREMA D'AGLIO


Buon Lunedì intanto!!! per me spero sia meglio della domenica come minimo.... Allora ieri ci si è scassato definitivamente il frigo, col freezer e tutto, quindi potete immaginare una famiglia di 4 persone che alle sette di sera del primo giorno di cambio d'orario (per cui sembravano almeno le 22!!!, carica una macchina con un'infinità di buste contenenti cibo... destinazione: nonna, o meglio frigo e freezer della nonna!
Quindi è giunta l'ora di cominciare a fare qualche acquisto per la casa... voi vi starete chiedendo perchè non lo abbiamo iniziato a fare già da un pezzo, e la risposta è che vorremmo andarcene quanto prima, da questa casa, da firenze, dall'Italia (non chiedetemi dove come quando!!! L'avete capito o no che siamo quelli dell'ultimo secondo?), quindi pensavamo di sopravvivere gli ultimi mesi così... e invece no, il frigo ci ha detto chiaramente che non è modo di comportarsi e noi agiremo di conseguenza, sob! Per ora ci sono verdure, vasetti e cose improbabili sparse per tutta la casa, in attesa del nuovo re della cucina.... ma vediamola positiva, magari stasera, nonostante la dieta si dovrà andare a cena fuori! ;) Ieri ero davvero depressa... ci sono giorni in cui sembra che il mondo vada proprio al contrario di come vorremmo, ma forse in fondo non è male quando qualcosa arriva a dirti di darti una mossa e di prendere una decisione... intanto abbiamo annunciato alla proprietaria che abbiamo intenzione di andarcene... e già è un passo avanti!
Comunque, impossibilitata come sono a cucinare ed anche ad entrare in cucina perchè non appena vi metto piede mi vengono le lacrimuccie, vi lascerò una ricetta che ho fatto un pò di tempo fa sperando di ricordarmi tutto. Un orzo delizioso, davvero, soprattutto se fatto con le patate e l'aglio dell'orto dei miei, il proprio olio, le erbette del proprio giardino, insomma i sapori sono decisamente altri, rispetto alla stessa cosa con ingredienti del supermercato.
Ah, quasi dimenticavo che l'ha mangiato anche Andrè, con gran gusto... non potevo credere ai miei occhi, a lui non piacciono le patate di solito, bah... i bambini non smetteranno mai di stupirci!

ORZO ALLE PATATE CON ERBETTE E CREMA D'AGLIO:

4 spicchi d'aglio
2 patate
2 manciate di erbette (io ho usato basilico greco, basilico rosso, mentuccia, timo, salvia)
brodo di verdure
300 gr. d'orzo

Sbucciare l'aglio e farlo rosolare per dieci minuti in un pò d'olio caldo, poi toglierlo e metterlo da parte. Sbucciare le patate e tagliarle a dadini, farle rosolare nell'olio con le erbette tritate finemente, aggiungere l'orzo e farlo tostare. Poi coprire il tutto con brodo di verdure bollente (io l'avevo pronto ma altrimenti va bene anche solo acqua calda) e lasciar cuocere per 40 minuti circa. Quando le patate saranno morbide, prenderne 4 o 5 dadini e frullarle insieme all'aglio che avevate messo da parte. Alla fine aggiungere la crema d'aglio all'orzo e se volete servire con del parmigiano grattugiato ed un filo d'olio a crudo!

mercoledì 14 ottobre 2009

PESTO DI ZUCCA


Oggi siamo veloci veloci... ci viene a trovare il nonno da Roma, vi lascio un ricettuzza ideale per i bimbi. O meglio, a me è venuta in mente il week end scorso quando è venuta a dormire da noi la cuginetta di Andrè e Frida. La domenica a pranzo il frigo era praticamente vuoto e c'era rimasto giusto un pezzetto di zucca. Ora di certo il mio bambino la zucca a pezzi non la mangerà neanche se fosse sul punto di morire di fame, e la cuginetta ancor meno, così ho pensato di eliminare il problema verdura a pezzettini e creare un piatto in cui tutto è ben amalgamato, per cui, se vuoi mangiare, ti tocca prendere tutto insieme!

PESTO DI ZUCCA:

Un pezzetto di zucca
qualche rametto di timo
Un pezzetto di cipolla
una manciata di pinoli
qualche seme di zucca
olio Evo
sale
pepe

Tagliare la cipolla a dadini piccini e farla appassire in una padella. Tagliare la zucca a fettine e metterle sulla griglia condite con il timo finchè non diventano morbide morbide. Quindi prendere tutti gli ingredienti, metterli in una ciotola e con il frullatore ad immersione dargli una frullata non troppo minuziosa, abbastanza grossolana! Pesto pronto e i bimbi hanno leccato il piatto ;)

giovedì 8 ottobre 2009

HOME MADE SEITAN...PARTE SECONDA!

Eccomi qui fanciulle (e fanciulli)... per i tanti che attendevano notizie ecco il verdetto: è esattamente come il seitan... quindi se ne fate uso frequente, non esitate a mettervi all'opera.
Come predetto ho deciso di cucinare i miei due blob in due maniere differenti: la prima seguendo l'entusiasmo della mia dolce metà che voleva il sostituto della bistecchine e la seconda seguendo il mio istinto che vuole dare ad ogni ingrediente un pò la sua dignità: e signori e signore, non c'è dubbio, AVEVO RAGIONE IO!!!


Questa è la versione "classica", spesso utilizzata dai vegetariani, quindi per tutti voi basta passare il seitan fatto in casa (come vedete QUI) sulla griglia e poi adagiarlo su un letto di rucola selvatica e guarnire con qualche pomodorino pachino! Mio personalissimo verdetto: Senza infamia e senza lode... per farne questo io non lo rifarei, ma come si dice... de gustibus...




Ed eccoci alle mie personali sperimentazioni nelle quali il nostro caro amico seitan assume tutt'altro significato, e diventa ingrediente importante e indispensabile, ma soprattutto graditissimo.

RISO ALL'ORIENTALE CON SEITAN FATTO IN CASA:


200 gr. circa di Seitan fatto in casa (per il procedimento vedi QUI)
1 broccolo
2 carote
1 cipolla
un pezzetto di zenzero
peperoncino
2 foglie di lemongrass essiccato
una manciata di mandorle spellate
sale
pepe
olio EVO
1/2 cucchiaino di curry
1/2 cucchiaino di tandoori
latte
acqua
250 gr ca. di riso "long and wild"
Far soffriggere in una pentola (preferibilmente un wok) la cipolla e il seitan tagliato a dadini con lo zenzero(tagliato a pezzetti), il peperoncino, il lemongrass. Quindi aggiungere le carote tagliate a rondelle, i broccoli, e le mandorle spellate (io non le ho spellate ma le pelli poi girellavano per la zuppetta!) far insaporire e aggiungere il latte allungato con un pò d'acqua a coprire il tutto (all'incirca avrò utilizzato 300ml di latte e 100ml d'acqua). Quando le verdure cominciano ad ammorbidirsi aggiungere 1/2 cucchiaino di curry e 1/2 di tandoori, sale e pepe. Portare a termine la cottura, in modo che rimanga un pò di liquido con il quale bagnare il riso. Cuocere il riso, scolarlo e condirlo con un filo d'olio EVO a crudo. Servire insieme o separato a seconda dei gusti.


Il risultato è davvero sorprendente! Le verdure cotte nel latte che si sciolgono in bocca, i pezzetti spugnosi di seitan, il croccante delle mandorle... il tutto in un boccone! Sono talmente soddisfatta del risultato che ho deciso di partecipare con questa ricetta alla mia prima raccolta, quella sul riso di Ciccia pasticcia: