La Sicilia per me è un un pò una patria! Non che abbia alcun tipo di legame di origine con questa terra, ma è il posto nel quale mi sento bene, a casa, sempre! L'arte, il calore della gente, il mare, il sole e più in generale il modo di vivere mi fanno sentire sempre di avere un mio posto nel mondo. Un luogo in cui culture e tradizioni si sono fuse per secoli creando un qualcosa di unico che trova nel cibo la sua quintessenza. Mangiare in sicilia è fantastico, c'è una varietà incredibile e l'arte della semplicità nel combinare gli ingredienti è ciò che ogni volta mi meraviglia.
Da questo amore, spontaneo e viscerale, nasce questo piatto, sicuramente non tradizionale ma in cui si combinano i sapori di questa terra del cuore capace di accogliere e assimilare, di trasformarsi senza perdere la propria essenza.
I capperi, che si inerpicano ostinati tra le rocce aride delle eolie, le arance che colorano gli inverni di questa terra in cui anche quando è freddo, il freddo non si sente, le mandorle, delle cui piante è utilizzato tutto, che fanno la gioia degli occhi quando sono in fiore e del palato a ogni angolo di strada, e le triglie di scoglio, che danno gioia e colore a ogni piatto con le loro carni tenere e la pelle rosata. Infine un tocco speziato e croccante dato dall' aji habanero, un peperoncino del centro america con piccantezza praticamente assente (è un baccatum della specie aji... dell'habanero ha solo la somiglianza della forma da cui il nome), carnoso e dal sapore inizialmente dolce che poi diventa un pò agrumato e che si sposa alla perfezione con l'insieme.
Ho deciso di presentare questo piatto per il consorso indetto da garofalo e leiweb con tema cibo e territorio perchè penso che prima ancora di sapori e tradizioni, quello che ci lega al nostro territorio è la materia prima e il rispetto che dovremmo avere per ciò che ci da nutrimento. E se in tanti altri campi si sta sviluppando una cultura un pò più etica del consumo, per quanto riguarda il pesce, e il mare in generale, mi sembra si presti molta meno attenzione ad un consumo sostenibile, sarà che non è il nostro elemento, che resta un mondo sempre un pò sconosciuto a chi non è del mestiere, ma se penso a come sono cambiati i fondali nella mia brevissima vita, credo che con un pò di informazione non ci vorrebbe poi tanto a cambiare le cose. Le triglie sono pesci del mediterraneo, pescati principalmente in sicilia e in sardegna, pesci autunnali, o meglio pesci che sarebbe opportuno pescare d'autunno, quando le mamme non sono incinte e i piccoli non sono più così piccoli. Io le trovo ottime e versatili, da utilizzare in tantissime preparazioni , dalle più semplici a quelle più raffinate.
SPAGHETTI ALLA CHITARRA CON PESTO AI SAPORI DI SICILIA, TRIGLIE E UN TOCCO ESOTICO:
spaghetti alla chitarra garofalo
4 triglie di scoglio
2 piccole arance
5 gr. di capperi
100 gr. di mandorle
1 rametto di timo
40 ml. di olio Evo
1 aji habanero
polvere d'arancia per decorare
Pulire le triglie e ricavare da ciascuna due filetti. Preparare un pesto grossolano triturando al blender le mandorle con l'olio, le arance pelate a vivo e tagliate a tocchetti, i capperi e il timo. Togliere i semi con la placenta dell'aji habanero e tritarlo finemente al coltello. Aggiungerlo al pesto pronto incorporandolo con il cucchiaio (lasciatevene da parte un pochino per la decorazione). Cuocere gli spaghetti alla chitarra in abbondante acqua salata bollente. Nel frattempo passare i filetti di triglia in padella con un filo d'olio facendo cuocere circa un minuto per lato. Scolare la pasta, conservando un pò d'acqua di cottura e condire velocemente con il pesto aggiungendo eventualmente un pò di acqua di cottura. Sistemare la pasta nei piatti aiutandovi con un forchettone e un grosso coppapasta e posizionare 2 filetti di triglia su ciascun piatto con la parte della pelle posizionata verso l'alto. Condire con un filo d'olio evo a crudo e decorare con pochissima polvere d'arancia, un pò di trito di aji habanero messo da parte e un rametto di timo.